Listini asiatici deboli su timori rallentamento economico
I listini asiatici non scampano la nuova ondata di vendite che ieri si è abbattuta sulle Borse europee e a Wall Street. Questa mattina la maggior parte delle piazze azionarie d’Oriente si muove sotto la parità, preoccupati che l’Eurozona fallisca i suoi tentativi nel contenere la crisi del debito sovrano e le conseguenze si abbattano sui colossi dell’esportazione. Ma anche Oltreoceano non c’è da stare sereni. La delicata situazione economica degli Stati Uniti è stato al centro dell’incontro di questa notte tra il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e il numero uno della Federal Reserve, Ben Bernanke. Ad annunciare la riunione di emergenza è stato il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, che ha sottolineato come la congiuntura economica si stia rivelando più debole di quanto previsto dagli economisti della Casa Bianca “anche se continuiamo a confidare che l’economia continui comunque a crescere”.
Questa mattina, lo STOXX Asia/Pacific 600 segna un calo di oltre l’1%. A Tokyo, l’indice Nikkei ha terminato in calo dello 0,63% a 8.981,94 punti. Tra i titoli male quelli più esposti all’Eurozona, come Madza Motor che ha ceduto oltre il 4%, e Toyota Motor, in calo del 2%. Deboli anche la piazza dell’Indonesia (-0,50%), della Malesia (-0,30%) e di Taiwan (-0,20%). La peggiore è quella di Hong Kong che viaggia con un ribasso dell’1%. In controtendenza la Borsa di Shanghai, che segna un +0,80%, e quella di Sydney che, dopo una seduta passata sull’ottovolante archivia gli scambi sulla linea della parità (-0,01%). Qui non sono arrivate indicazioni positive dal fronte macro, con la disoccupazione salita a sorpresa. Il tasso di disoccupazione a luglio si è attestato al 5,1% dal precedente 4,9%. Gli analisti si aspettavano un valore invariato. Si tratta del primo rialzo da ottobre.
Un segnale poco confortante e che peggiora il clima già teso. “Il paese che sino ad ora era rimasto al di fuori di questo grande scenario di rallentamento globale, ha mostrato nella notte una brutta rilevazione – rimarcano gli esperti di Fxcm nella nota odierna – La reazione sul mercato è stata immediata, con vendite di dollari australiani, anche se, dopo qualche ora la situazione è rientrata”. A questo si è aggiunto nella notte il report inglese dell’inflazione che ha evidenziato come sia previsto un picco nel breve termine prossimo al 5%, con una stabilizzazione intorno al 2% nei mesi a venire e, soprattutto, di come vi siano potenziali rischi di contagio di rallentamento economico dall’area euro.
La paura di un rallentamento globale pesa molto sui mercati. Ieri è bastata la voce di un declassamento della Francia, smentito a più riprese dalle tre principali agenzie di rating, a mettere sotto pressione nuovamente le piazze del vecchio continente e non solo. A Wall Street ieri sono stati spazzati via tutti i rialzi della vigilia in un colpo solo. La seduta si è conclusa in profondo rosso, con il Dow Jones che ha lasciato sul parterre circa il 4,62%, scivolando sotto quota 11 mila punti a 10.719,94 punti. Male anche il Nasdaq e lo S&P500 che hanno perso rispettivamente il 4,09% a 2.381,05 e il 4,42% a 1.120,76 punti.