L’inflazione corre in Usa: boom anche per indice prezzi produzione, +6,2% ad aprile. Balzo record in 11 anni
L'inflazione Usa sale molto più delle attese: lo ha dimostrato l'indice dei prezzi al consumo pubblicato ieri, lo dimostra l'indice dei prezzi alla produzione reso noto oggi.
Nel mese di aprile l'indice PPI è balzato su base mensile dello 0,6%, il doppio rispetto al +0,3% atteso dal consensus. Su base annua, l'indice dei prezzi alla produzione è balzato del 6,2%, al ritmo più alto degli ultimi 11 anni, ovvero dal 2010, ben oltre il +4,2% stimato dal consensus.
La componente core del dato, sempre su base annua, è cresciuta del 4,6%, al record dal 2014.
Tornando all'indice dei prezzi al consumo reso noto nella sessione di ieri, il dato ad aprile è schizzato del 4,2% su base annua, ben oltre il +3,6% atteso dagli analisti, rispetto al +2,6% di marzo, e al ritmo più alto dal 2008.
Su base mensile, il dato è balzato dello 0,8%, rispetto al +0,2% atteso e al +0,6% di marzo, riportando il rialzo mensile più forte dal 2009.
Su base annua, escluse le componenti più volatili rappresentate dai prezzi dei beni energetici e alimentari, il dato core è salito del 3%, oltre il +2,3% atteso e rispetto al +1,6% precedente.
Su base mensile, il trend della componente core dell'indice dei prezzi al consumo è stato di un aumento dello 0,9%, ben oltre il +0,3% atteso, al ritmo più forte dall'aprile del 1982.
Ieri la paura dell'inflazione ha fatto crollare il Dow Jones di 681 punti, o dell'1,99%, riportando la sessione peggiore da gennaio. Lo S&P 500 ha ceduto il 2,1%, soffrendo la flessione peggiore da febbraio, mentre il Nasdaq Composite è scivolato del 2,6%.
C'è da dire che il boom dell'inflazione, negli States, si spiega con il cosiddetto 'base effects', ovvero con il fatto che, nell'aprile del 2020, con la pandemia Covid-19 negli Usa e le relative misure di lockdown varate dagli stati americani, l'inflazione era decisamente bassa.
A tal proposito, si ritiene che il trend delle pressioni inflazionistiche rimarrà distorto su base annua per diversi mesi ancora, a causa dell'impatto della pandemia.
Proprio per questo motivo, per ora la Federal Reserve di Jerome Powell non sembra preoccupata per l'inflazione.
Nel mese di aprile l'indice PPI è balzato su base mensile dello 0,6%, il doppio rispetto al +0,3% atteso dal consensus. Su base annua, l'indice dei prezzi alla produzione è balzato del 6,2%, al ritmo più alto degli ultimi 11 anni, ovvero dal 2010, ben oltre il +4,2% stimato dal consensus.
La componente core del dato, sempre su base annua, è cresciuta del 4,6%, al record dal 2014.
Tornando all'indice dei prezzi al consumo reso noto nella sessione di ieri, il dato ad aprile è schizzato del 4,2% su base annua, ben oltre il +3,6% atteso dagli analisti, rispetto al +2,6% di marzo, e al ritmo più alto dal 2008.
Su base mensile, il dato è balzato dello 0,8%, rispetto al +0,2% atteso e al +0,6% di marzo, riportando il rialzo mensile più forte dal 2009.
Su base annua, escluse le componenti più volatili rappresentate dai prezzi dei beni energetici e alimentari, il dato core è salito del 3%, oltre il +2,3% atteso e rispetto al +1,6% precedente.
Su base mensile, il trend della componente core dell'indice dei prezzi al consumo è stato di un aumento dello 0,9%, ben oltre il +0,3% atteso, al ritmo più forte dall'aprile del 1982.
Ieri la paura dell'inflazione ha fatto crollare il Dow Jones di 681 punti, o dell'1,99%, riportando la sessione peggiore da gennaio. Lo S&P 500 ha ceduto il 2,1%, soffrendo la flessione peggiore da febbraio, mentre il Nasdaq Composite è scivolato del 2,6%.
C'è da dire che il boom dell'inflazione, negli States, si spiega con il cosiddetto 'base effects', ovvero con il fatto che, nell'aprile del 2020, con la pandemia Covid-19 negli Usa e le relative misure di lockdown varate dagli stati americani, l'inflazione era decisamente bassa.
A tal proposito, si ritiene che il trend delle pressioni inflazionistiche rimarrà distorto su base annua per diversi mesi ancora, a causa dell'impatto della pandemia.
Proprio per questo motivo, per ora la Federal Reserve di Jerome Powell non sembra preoccupata per l'inflazione.