Legge di Stabilità: ok da Bruxelles, nuovo esame a marzo. Ma servono altri progressi
L’Italia è uno dei sette Paesi dell’area euro il cui bilancio previsionale sul 2015 è “a rischio di non conformità” con il Patto di Stabilità. E’ quanto si legge nell’opinione pubblicata oggi dalla Commissione europea sulle bozze di bilancio per il prossimo anno dei Paesi dell’Eurozona. L’Italia evita così la bocciatura ma l’anno prossimo, evidenzia l’Esecutivo Ue, dovrà “adottare le misure necessarie per garantire che il bilancio sia conforme al Patto. Bruxelles fa sapere che “valuterà la situazione a inizio marzo 2015”, insieme a quella di Francia e Belgio dopo “l’approvazione delle leggi di bilancio e delle previste specifiche dei programmi di riforme strutturali” per cui i tre Paesi “si sono impegnati ai più alti livelli”.
La Commissione Ue evidenzia come l’Italia abbia fatto “qualche progresso per quanto riguarda la parte strutturale delle raccomandazioni sul bilancio decise dal Consiglio nel contesto del Semestre europeo 2014″, ma “invita le autorità a fare ulteriori progressi”. Roma infatti, fa notare Bruxelles, si trova in una situazione di “squilibri macroeconomici eccessivi” per quanto riguarda il rapporto debito/Pil, le esportazioni e la disoccupazione. In particolare la variazione delle quote di mercato delle esportazioni in cinque anni ha superato gli indicatori (-18,4% nel 2013 contro un limite del -6%), il debito pubblico ha toccato il 127,9% contro il tetto del 60% previsto dal Patto di Stabilità e la disoccupazione ha toccato il 10,4% contro il limite indicato del 10%.
“In questo contesto – spiega la Commissione – le politiche che incoraggiano le prospettive di crescita, tenendo la spesa corrente primaria sotto stretto controllo aumentando al tempo stesso l’efficienza complessiva della spesa pubblica, così come le privatizzazioni programmate, dovrebbero contribuire a portare il rapporto debito/Pil sulla strada di una riduzione in linea con la regola del debito entro i prossimi anni”.
Sulle bozze di bilancio per il 2015 di 16 Paesi dell’area euro, cinque sono “conformi” alle indicazioni del Patto di Stabilità e Crescita, quattro “sostanzialmente conformi” e sette, fra cui l’Italia, “a rischio di non conformità al Patto”. Per cinque Paesi (Germania, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi e Slovacchia), “i documenti programmatici di bilancio sono stati ritenuti conformi al Patto”, mentre per quattro Paesi (Estonia, Lettonia, Slovenia e Finlandia), i documenti programmatici sono stati ritenuti “sostanzialmente conformi”.
Ma per sette Paesi (Belgio, Spagna, Francia, Italia, Malta, Austria e Portogallo), i pareri della Commissione indicano “un rischio di non conformità”. La Commissione chiede ai due ultimi gruppi di Paesi di “adottare le misure necessarie nell’ambito della procedura nazionale di bilancio al fine di garantire che il bilancio 2015 sia conforme al Patto”. In alcuni casi, si spiega dalla Commissione, “il rischio di non conformità incide sulle possibili misure nell’ambito della procedura per i disavanzi eccessivi. Nei casi di Francia, Italia e Belgio la Commissione valuterà la situazione a inizio marzo 2015, in seguito all’approvazione delle leggi di bilancio e delle previste specifiche dei programmi di riforme strutturali annunciati dalle autorità nazionali”.
“Il tempo che resta non può essere tempo perso, bisogna che le cose avanzino da qui a marzo, o la Commissione non esiterà ad assumersi le sue responsabilità” proseguendo con le procedure d’infrazione. E’ questo il monito lanciato dal commissario responsabile degli Affari economici e fiscali, Pierre Moscovici, a Italia, Francia e Belgio su riforme e aggiustamento fiscale. “Se è vero che ci sono stati passi avanti, restano in molti Stati membri preoccupanti squilibri macroeconomici: la ripresa procede a rilento e l’inflazione è ancora bassa”.