Le buone notizie spingono al rialzo le commodity currencies
La risalita delle materie prime mette il turbo alle commodity currencies, con le prime rivitalizzate dalle prospettive di crescita globale e dal calo di 2,2 mln di barili messo a segno dalle scorte di greggio statunitensi la scorsa settimana. Il petrolio quota in rialzo del 2,2% a ridosso di quota-86 dollari mentre per acquistare un oncia d’oro sono necessari 1.161 dollari.
Numerose le notizie positive arrivate in giornata. Balzo per il Pil di Singapore, cresciuto trimestre su trimestre del 32,1%, sempre dall’Asia è stata poi la volta della Asian Development Bank, che ha alzato le stime di crescita 2010 della Cina al 9,6%; spostandoci in Europa gli operatori hanno festeggiato per il +0,9% mensile della produzione industriale.
Ma è dagli Stati Uniti che tutto era partito, con i conti di Intel che a 43c per azione avevano quadruplicato il risultato precedente e superato ampiamente le stime; bene anche i numeri di Jp Morgan e vendite al dettaglio che a marzo hanno messo a segno un +1,6%; in linea con le stime il +0,1% dell’inflazione e +0,5% infine delle scorte delle imprese. Se tre indizi fanno una prova, Bernanke, nel corso del suo intervento al Congresso, ha evidentemente voluto fare sfoggio di prudenza quando ha previsto una ripresa “moderata” nei prossimi mesi.
Ma come detto a fare la voce grossa sono state le valute legate alle materie prime, con euro e dollaro che hanno perso terreno contro il dollaro canadese (1,3612 e 0,9955) e contro la moneta australiana, l’aussie (1,4608 e 0,9352 per l’aud/usd). Bene invece l’euro/dollaro, a 1,3665 non lontano dai massimi di seduta (1,3676).