Le Borse riprendono il rally di fine anno, ancora novità per l’auto targate Cina

Si ricomincia con il rally di fine anno. Dopo la pausa di ieri l'azionario europeo è ripartito, cercando di lasciarsi lalle spalle l'aumento dei tassi in Cina, ma i volumi restano contenuti anche a causa della chiusura a Londra. Le Borse avanzano all'insegna della prudenza. L'indice Dax è in rialzo dello 0,16% a 6.982 punti, il Cac 40 sale dello 0,35% a 3.875 punti. Madrid resiste in territorio positivo con un +0,21% a 9.919 punti. Mentre Piazza Affari scivola in territorio negativo e adesso perde lo 0,11% a 20.492 punti.
Ieri sui mercati è andato in onda un effetto domino dopo la decisione della Cina di alzare i tassi d'interesse per la seconda volta in poco più di due mesi. A Natale la banca centrale cinese ha, infatti, deciso di aumentare i tassi per la seconda volta in due mesi circa, per far fronte a una forte inflazione nel Celeste Impero, ormai ai massimi da oltre due anni.
I tassi di riferimento sui prestiti e quello sui depositi sono saliti di 25 punti base al 5,81% e al 2,75%. Una mossa che è stata interpretata dagli analisti come un chiaro segnale che le condizioni nei prossimi mesi potrebbero farsi più dure. Per raffreddare i suoi motori, secondo gli economisti, Pechino userà non solo i tassi, ma lascerà anche apprezzare lo yuan, frenando gli enormi afflussi di capitali esteri che rischiano di far surriscaldare l'economia.
La mossa di Pechino si è fatta sentire sulle principali piazze finanziarie europee, ma oggi si cambia copione. "E' una seduta tranquilla perché molti trader sono in vacanza, anche se sullo sfondo restano aperti diversi interrogativi", è il commento che va per la maggiore nelle trading room. Si rimette in moto anche l'auto, dopo la seduta di ieri in cui gli investitori hanno incassato una parte dei forti guadagni realizzati nel 2010. Quest'anno quello dell'auto è stato il migliore tra gli indici di settore delle borse europee con un aumento di oltre il 50%. A Piazza Affari Fiat guadagna l'1,47% a 15,2 euro. La Cina ha accelerato sulla stretta dei tassi, ma in questi giorni sta tenendo sotto scacco anche il mercato dell'auto. Ieri Pechino ha annunciato di voler introdurre alcune misure per limitare le immatricolazioni di nuove auto con l'obiettivo di contrastare il traffico e l'inquinamento.
E oggi dalla Cina è arrivata una nuova novità: l'intenzione di applicare una tassa del 10% sulle auto di piccole cilindrata a partire dal primo gennaio. "Anche se non è positive, in particolar modo se le restrizioni del governo saranno applicate anche alle aree urbane, il pensiamo che il settore abbia avuto ieri una reazione esagerata. Nelle nostre stime e in parte nel consensus era in parte già scontato, dal momento che le immatricolazioni di auto nel 2011 sono cresciute a un tasso inferiore (+15% in linea alle nostre previsioni) rispetto a quanto atteso per il 2010 (+27-20%)", commentano gli analisti di Banca Imi nel report uscito questa mattina, ribadendo il buy su Fiat con target a 17 euro.
"Le restrizioni cinesi dovrebbero penalizzare soprattutto il segmento premium. Anche in questo caso, tuttavia restiamo convinti che nonostante i paletti di Pechino, il segmento premium in Cina dovrebbe essere protagonista di una crescita più significativa rispetto ai Paesi sviluppati", aggiunge il broker, specificando che per quel che riguarda Fiat non c'è nessun impatto sul gruppo dal momento che la produzione cinese con la joint venture GAC verrà avviata nel secondo semestre del 2011. "I target indicati da Fiat in Cina sono altamente conservativi dal momento che fattorizzano una quota di mercato molto bassa al 2014 (2%)".
Ieri sui mercati è andato in onda un effetto domino dopo la decisione della Cina di alzare i tassi d'interesse per la seconda volta in poco più di due mesi. A Natale la banca centrale cinese ha, infatti, deciso di aumentare i tassi per la seconda volta in due mesi circa, per far fronte a una forte inflazione nel Celeste Impero, ormai ai massimi da oltre due anni.
I tassi di riferimento sui prestiti e quello sui depositi sono saliti di 25 punti base al 5,81% e al 2,75%. Una mossa che è stata interpretata dagli analisti come un chiaro segnale che le condizioni nei prossimi mesi potrebbero farsi più dure. Per raffreddare i suoi motori, secondo gli economisti, Pechino userà non solo i tassi, ma lascerà anche apprezzare lo yuan, frenando gli enormi afflussi di capitali esteri che rischiano di far surriscaldare l'economia.
La mossa di Pechino si è fatta sentire sulle principali piazze finanziarie europee, ma oggi si cambia copione. "E' una seduta tranquilla perché molti trader sono in vacanza, anche se sullo sfondo restano aperti diversi interrogativi", è il commento che va per la maggiore nelle trading room. Si rimette in moto anche l'auto, dopo la seduta di ieri in cui gli investitori hanno incassato una parte dei forti guadagni realizzati nel 2010. Quest'anno quello dell'auto è stato il migliore tra gli indici di settore delle borse europee con un aumento di oltre il 50%. A Piazza Affari Fiat guadagna l'1,47% a 15,2 euro. La Cina ha accelerato sulla stretta dei tassi, ma in questi giorni sta tenendo sotto scacco anche il mercato dell'auto. Ieri Pechino ha annunciato di voler introdurre alcune misure per limitare le immatricolazioni di nuove auto con l'obiettivo di contrastare il traffico e l'inquinamento.
E oggi dalla Cina è arrivata una nuova novità: l'intenzione di applicare una tassa del 10% sulle auto di piccole cilindrata a partire dal primo gennaio. "Anche se non è positive, in particolar modo se le restrizioni del governo saranno applicate anche alle aree urbane, il pensiamo che il settore abbia avuto ieri una reazione esagerata. Nelle nostre stime e in parte nel consensus era in parte già scontato, dal momento che le immatricolazioni di auto nel 2011 sono cresciute a un tasso inferiore (+15% in linea alle nostre previsioni) rispetto a quanto atteso per il 2010 (+27-20%)", commentano gli analisti di Banca Imi nel report uscito questa mattina, ribadendo il buy su Fiat con target a 17 euro.
"Le restrizioni cinesi dovrebbero penalizzare soprattutto il segmento premium. Anche in questo caso, tuttavia restiamo convinti che nonostante i paletti di Pechino, il segmento premium in Cina dovrebbe essere protagonista di una crescita più significativa rispetto ai Paesi sviluppati", aggiunge il broker, specificando che per quel che riguarda Fiat non c'è nessun impatto sul gruppo dal momento che la produzione cinese con la joint venture GAC verrà avviata nel secondo semestre del 2011. "I target indicati da Fiat in Cina sono altamente conservativi dal momento che fattorizzano una quota di mercato molto bassa al 2014 (2%)".