Italia: timido risveglio dei consumi a fine anno, ma è boom di tariffe locali
Un timido risveglio dei consumi delle famiglie italiane si profila a fine anno (+0,3%) in scia ad un robusto recupero degli acquisti di beni durevoli (+2,9%), di una più contenuta ripresa dei servizi (+0,5%) e dei consumi alimentari (+0,4%). E’ quanto emerge da una ricerca dell’Indis, l’istituto di Unioncamere specializzato in distribuzione e servizi, secondo cui la bassa inflazione e il minor timore di un ulteriore inasprimento dell’imposizione fiscale possono aver contribuito a determinare scelte di acquisto, soprattutto di auto e elettrodomestici, divenute ormai inderogabili dopo due anni di contenimento delle spese.
Sui bilanci familiari non mancano le insidie all’orizzonte. La prima, spiega Unioncamere, va a toccare due alimenti principali della dieta mediterranea: i prezzi dell’olio extravergine, a causa di una stagione disastrosa, potrebbero subire un incremento del 15%, così come il costo della pasta sembra destinato a salire di almeno l’8%.
L’altra nota dolente è quella delle tariffe: quelle pubbliche locali, si legge nella ricerca, dovrebbero aumentare complessivamente del 9,5% nel biennio 2014-2014. A crescere sono principalmente i rifiuti (+18,2%), la sanità (+6,7%), il trasporto ferroviario regionale (+6,8%), il trasporto urbano (+6%) e quello extra-urbano (+7,5%). “Visto che il dato medio dell’inflazione nel biennio è dell’1,4% è fin troppo evidente come la partita tra inflazione e tariffe si stia chiudendo con un sonoro 10 a 1”, si legge nella ricerca Indis-Unioncamere.