Italia: nuovo calo per le immatricolazioni di auto, le mancate forniture penalizzano Fiat
Nonostante il dato di giugno sembrerebbe evidenziare un rallentamento della caduta, anche alla luce del fatto che il risultato è stato raggiunto con un giorno lavorativo in meno, va tenuto presente che nel corrispondente mese del 2012 il mercato italiano delle quattro ruote aveva registrato un crollo tendenziale del 24%.
Il dato complessivo relativo il primo semestre del 2013 evidenzia un calo annuo del 10,3% per quanto riguarda il nuovo e un +0,9% nel caso del mercato dell’usato. “In questi primi sei mesi dell’anno – ha commentato Massimo Nordio, Presidente dell’Unrae, l’Associazione delle Case automobilistiche estere – dal solo settore auto si sono persi altri 270 milioni di euro di Iva e 1,6 miliardi di fatturato rispetto ai valori dello scorso anno, accelerando così l’involuzione del contributo del settore al Pil e alla produzione di gettito fiscale”.
Fiat fa peggio del mercato
A giugno 2013 le immatricolazioni del Gruppo Fiat hanno messo a segno una contrazione annua del 15,2% a 33.504 veicoli portando la quota di mercato al 27,5%, in calo rispetto al 30,2% di maggio. “Sui risultati di Fiat Group Automobiles -si legge in una nota diffusa dal Lingotto- ha pesato ancora la mancata fornitura al Gruppo di componenti per alcuni modelli: sono state oltre 2 mila le vetture vendute che non è stato possibile consegnare ai clienti”.
Inoltre, prosegue la nota, “le immatricolazioni negli ultimi tre giorni del mese sono state influenzate da un anomalo incremento dei canali onerosi (noleggio a breve termine e Km0) da parte della concorrenza che Fga ha deciso di non seguire”.
Mercato ai livelli del ’69
“Oramai siamo a un mercato italiano simile a quello del 1969, ossia 44 anni fa”, ha commentato Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, l’Associazione che rappresenta i concessionari di tutti i marchi commercializzati in Italia. “A testimoniare che l’Italia ha sbagliato tutte le scelte politiche sull’automotive sono i dati sulle vendite 2012 in Europa, dove siamo stati il fanalino di coda”. “Il settore dell’auto in Italia -continua Pavan Bernacchi- sta purtroppo vivendo una crisi molto più grave di quella dell’economia reale del Paese: sui livelli ante-crisi le immatricolazioni hanno infatti subito un calo del -44%, mentre la produzione industriale è scesa del -25,4% e il Pil del -6,5%”.
Torna a crescere la raccolta dei contratti
Gli ordini di giugno, secondo un primo scambio di informazioni fra Unrae e Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica), hanno evidenziato una crescita di quasi il 7% a oltre 110 mila contratti portando il cumulato gennaio-giugno in passivo di quasi l’8%. Attenzione ai facili entusiasmi, avverte l’Unrae, perché “il confronto è fatto con un 2012 fortemente critico”.
Secondo le stime di Federauto la proiezione dei dati del primo semestre 2013 porta a intravedere un consuntivo annuale non superiore a 1.250.000 immatricolazioni, “con un peggioramento dell’avvilente 2012 chiuso con poco più di 1.400.000 pezzi”.