Notizie Notizie Italia Italia e Francia nel mirino: il bond che Citi vuole shortare e l’alert: “disastro conti pubblici se riforma Fornero viene abolita”

Italia e Francia nel mirino: il bond che Citi vuole shortare e l’alert: “disastro conti pubblici se riforma Fornero viene abolita”

30 Novembre 2017 10:40

I bond francesi potrebbero riportare, il prossimo anno, la performance peggiore tra i titoli di stato europei. E’ quanto ritengono gli strategist di JP Morgan Chase, Citigroup e Deutsche Bank. Alcuni economisti interpellati da Reuters segnalano inoltre il rischio Italia, in particolare il rischio che la riforma Fornero venga abrogata dai vincitori delle imminenti elezioni politiche.

Sul fronte Francia, gli strategist di Citi, DB e JPM danno agli investitori la seguente raccomandazione: shortate i titoli di stato francesi.

In una nota ai clienti riportata da Bloomberg, in particolare, gli analisti di Citigroup Harvinder Sian e Aman Bansai definiscono la Francia “lo short preferito”, e consigliano di vendere i bond con scadenza a 30 anni contro quelli tedeschi, avendo come target uno spread di 60 punti base.

Gli analisti motivano il pessimismo sui titoli di stato di Parigi facendo notare che la Francia si appresta a riportare le oscillazioni più forti nella sua offerta netta di bond a 10 anni, sia per l’offerta lorda più alta che per i reinvestimenti della Bce, che saranno minori rispetto a quelli che interesseranno gli altri paesi” europei.

Nel 2017, le obbligazioni sono riuscite alla fine a riportare una buona performance, dopo i timori sul rischio Francia manifestati dagli investitori all’inizio dell’anno, in vista delle elezioni presidenziali del paese.

Il pericolo populismo-Marine Le Pen è stato sventato, e al momento i tassi decennali viaggiano allo 0,69%, poco mossi rispetto ai primi mesi del 2017, a fronte di un ritorno dell’1,4% che i bond hanno garantito nell’anno.

Per fare un paragone, i tassi decennali tedeschi sono balzati di 16 punti base allo 0,36%, e chi ha investito in Bund ha perso lo 0,7%.

Tuttavia, stando a quanto riferiscono gli strategist di Deutsche Bank del team guidato da Jack Di-Lizia,  nel 2018 i Bund tedeschi avranno dalla loro parte il “contesto di politica monetaria accomodante” assicurato dalla Bce di Mario Draghi che, nonostante il QE dimezzato, continuerà a focalizzarsi sul debito sovrano della Germania.

Per Antoine Bouvet, strategist di Mizuho International, le cose andranno bene anche per l’Olanda, che beneficerà del suo terzo anno consecutivo di offerta negativa su base netta.

Ma se la Francia non se la passerà bene, l’Italia dovrà stare attenta al clima che si respirerà sui mercati nel periodo pre e post elezioni politiche.

Alcuni economisti lanciano un campanello d’allarme sul rischio che chi vincerà alle elezioni finisca con lo sconvolgere i conti pubblici italiani.

In questa infuocata campagna elettorale, non mancano infatti le promesse, rilanciate soprattutto dalla destra ma anche dal Movimento 5 Stelle, di abrogare la riforma delle pensioni Fornero.

Ma “gli economisti – scrive l’articolo di Reuters – ritengono che un passo del genere sarebbe un disastro per le finanze pubbliche“, visto che il rapporto debito-Pil italiano è il secondo più elevato dell’Unione europea, dopo quello della Grecia.

“Se disferanno la riforma delle pensioni, metteranno in dubbio la sostenibilità del sistema pensionistico dell’Italia e delle sue finanze pubbliche, in generale”, ha commentato a Reuters Lorenzo Codogno, responsabile di LC Macro Advisors ed ex capo economista presso il Tesoro italiano.

Interpellato da Reuters il numero uno dell’INPS Tito Boeri ha affermato inoltre che il calo delle nascite e il flusso di italiani che emigrano all’estero renderanno difficile riuscire a finanziare il sistema pensionistico nel corso dei prossimi 30 anni: questo, anche se le norme in vigore venissero lasciate inalterate.

“Leggo le proposte che arrivano sulle pensioni da diversi partiti, che costerebbero miliardi e miliardi di euro, mentre facciamo fronte a problemi molto gravi”, ha detto Boeri.

Reuters ricorda che l’Italia spende tuttora più del 16% del suo Pil sulle pensioni, la percentuale più elevata dopo la Grecia, nonostante il pacchetto di forti tagli imposto dal governo dei tecnocrati dell’allora premier Mario Monti che, si legge nell’articolo, “ha aiutato a fermare il sell off sui bond” italiani.