Italia: attività manifatturiera torna a espandersi per la prima volta in due anni
Primo incremento dal maggio 2011 per i nuovi ordini, il cui sottoindice è passato da 48,8 a 50,5 punti, grazie alla crescita della domanda estera, mentre rimane stagnante quella interna. “Il maggiore livello dei nuovi ordini è stato principalmente attribuito alla forte espansione degli ordini destinati al mercato estero – commenta Phil Smith, Economista di Markit ed autore del report Markit sul settore manifatturiero in Italia – risultato alquanto straordinario data la performance altalenante dell’economia globale durante i mesi recenti”.
Svolta estiva
Nei giorni scorsi il Centro Studi di Confindustria (CSC), che stima un incremento della produzione industriale dello 0,2% m/m in luglio dopo il +0,4% di giugno, aveva rimarcato come gli indicatori congiunturali qualitativi per il manifatturiero stanno rafforzando la probabilità che vi sia un’inversione di tendenza nella dinamica dell’attività industriale durante i mesi estivi. Sempre il CSC nel suo ultimo rapporto mensile sulla congiuntura ha evidenziato che ordini ed esportazioni stanno confermando l’attenuazione della recessione nell’industria italiana, metre rimane ancora in contrazione l’attività dei servizi e dell’edilizia.
Ritorno alla crescita del settore manifatturiero anche per l’indice legato all’intera Eurozona, alimentando così le attese di un’imminente uscita dalla recessione. “Sia la produzione che i nuovi ordini hanno registrato aumenti ai tassi più veloci dalla metà del 2011 – rimarca la nota di Markit – e questo grazie alle esportazioni che aumentano e ai mercati nazionali che hanno registrato valori più vicini alla stabilizzazione”.
L’indice Pmi manifatturiero dell’eurozona è così salito a 50,3 punti a luglio secondo la lettura finale diffusa oggi e che risulta migliore rispetto ai 50,1 della lettura preliminare e si confronta con i 48,8 del mese precedente.
“Il tallone di Achille del settore manifatturiero dell’eurozona rimane la debolezza del mercato del lavoro, che contribuisce al persistere della disoccupazione in tutta la regione – commenta Rob Dobson, Senior Economist presso Markit – Anche qui ci sono stati deboli segnali di ripresa, infatti il tasso dei tagli occupazionali è rallentato al tasso più lento in un anno e mezzo”.