Intesa Sanpaolo si riaccende dopo -14% di novembre, tra analisti coro di buy. Tripla razione dividendi spiega solo in parte la sottoperformance rispetto a Unicredit & co
Intesa Sanpaolo prova a invertire l’impostazione grafica ribassista che caratterizza il titolo da metà ottobre. Dopo il massimo di periodo del 15 ottobre a quota 2,59 euro, il titolo ha poi violentemente ritracciato fino a 2,08 euro con una perdita di circa il 14% nel solo mese di novembre e di oltre -18% dai massimi di metà ottobre.
Un passo indietro corposo dettato dal ritorno della volatilità sui mercati nella parte finale di novembre, ma anche dall’effetto dividendi. Intesa ha infatti distribuito una tripla cedola quest’anno: oltre a quella classica di primavera, il 20 ottobre la banca guidata da Carlo Messina ha staccato 0,0996 euro per azione e il 22 novembre altri 0,0721 euro come acconto per il 2022. Il saldo da inizio anno di Intesa si è così ridotto a +17% circa, decisamente peggio rispetto al +33% YTD dell’Euro Stoxx Bank e distante dai best performer del settore a Piazza Affari (+51% Unicredit e +47% Banco BPM).
Oggi Intesa SP segna +1,6% in area 2,25 euro dando così seguito al corposo +3% di ieri.
Quello passato è stato un mese difficile per tutto il comparto bancario, la dimostrazione è la perdita del 6,4% dell’ultimo mese del Ftse Italia All Banks mentre se guardiamo all’Europa la perdita del comparto è stata più contenuta con un indice Euro Stoxx Banks ora in recupero dopo una settimana molto volatile sui mercati dettata dai timori per Omicron.
Il colosso bancario è stato aiutato nel ribasso dopo il test, del 15 ottobre, della trendline di lungo periodo costruita da luglio 2015 e confermata poi a luglio 2018 e a conferma della debolezza in corso, Intesa si è recentemente portato sia al di sotto della media a 50 che che di quella a 200.
Al ribasso il principale supporto statico da monitorare è 2,08 euro e poi la soglia psicologica dei 2 euro ad azione. Mentre al rialzo, in caso di prosecuzione del rimbalzo tentato oggi (+1,04%) sarà importante chiudere al più presto il gap formatosi il 26 novembre e il ritorno al di sopra della media a 200 evitando così un pericoloso crossover ribassista della media a 50 con quella a 200. Altro target, anche se per il momento ambizioso, è il recupero di 2,40 euro.
I rialzi delle ultime sedute sono sostenuti anche dalla formazione di un Morning star, pattern di inversione rialzista che si è formato sui minimi di periodo del 30 di novembre e si segnala infine un Rsi a 10 in uscita dalla zona di ipervenduto, ora in zona 50.
Tra analisti domina l’ottimismo sul titolo
Il consensus degli analisti di Bloomberg indica 21 Buy, 10 Hold e nessuno dice Sell sul titolo. In media il prezzo obiettivo è di 2,82 euro, con un potenziale upside di circa il 25% rispetto alle quotazioni attuali.
Ieri JP Morgan ha confermato overweight su Intesa Sanpaolo con prezzo obiettivo a 3 euro. La casa d’affari statunitense pone l’accento su un fattore in particolare, ossia le prospettive sul fronte tassi. I mercati scontano un primo rialzo dei tassi in Europa nel 2023, ma a detta di JPM si sottovaluta la portata dei rialzi in arrivo. La banca d’affari americana si aspetta un incremento dello 0,25% dei tassi Bce a settembre 2023 e dello 0,5% nel 2024.
Anche Bank of America indica per Intesa un target price a 3 euro e pone l’accento sull’elevata politica di remunerazione dei soci come un elemento di appeal anche nei prossimi anni.
Intesa ha centrato in anticipo di tre mesi il target di utile di 4 miliardi di euro per l’intero 2021. La banca guidata da Carlo Messina ha anche ribadito la propria politica di dividendo con payout ratio del 70%. L’utile netto del 3° trimestre è stato di 983 milioni di euro, superando la stima di 810,5 milioni di euro degli analisti intervistati da Bloomberg.
Settimana scorsa Intesa ha ottenuto il riconoscimento di “Bank of the year in Italy”, dove i giudici hanno premiato lo sforzo della Banca nel soddisfare le esigenze dei clienti e più in generale dell’economia guardando al futuro.