Notizie Notizie Mondo L’inflazione Ue allenta la presa, pressing per taglio dei tassi per sostenere economia

L’inflazione Ue allenta la presa, pressing per taglio dei tassi per sostenere economia

1 Ottobre 2008 08:49

Si stemperano le pressioni inflazionistiche in Europa e di pari passo aumentano le pressioni per un cambio di rotta della politica monetaria della Banca centrale europea. Le ultime indicazioni sono di un nulla di fatto dell’Eurotower nella prossima riunione in programma domani, ma un taglio dei tassi potrebbe arrivare a dicembre. I tassi in Eurolandia sono fermi al 4,25%. I dati preliminari di settembre sull’inflazione nell’Eurozona diffusi ieri dall’Eurostat hanno evidenziato una crescita dei prezzi al consumo del 3,6% rispetto al +3,8% di agosto e al 4% di luglio e giugno. Per il dato definitivo bisognerà aspettare il prossimo 15 ottobre. Un dato leggermente migliore delle attese e che è principalmente da attribuirsi al calo dei prezzi delle materie prime alimentari e petrolifere.


Nella giornata di ieri gli esperti di Citigroup non escludevano l’ipotesi di un taglio coordinato su scala mondiale dei tassi anche prima del meeting della Federal Reserve in programma a fine ottobre. “Si tratterebbe di un’ipotesi di estrema ratio”, hanno rimarcato ieri gli analisti di Mps Finance. In merito al possibile ulteriore taglio dei tassi da parte della Fed, Mps Finance ritiene invece la possibilità di un taglio dei tassi entro fine anno, per quanto non risolutiva, possibile anche sulla base delle indicazioni macro”. Ultimo campanello d’allarme sulla debolezza dell’economia statunitense è arrivato lunedì con il dato sui consumi delle famiglie di agosto che aumenta la possibilità di un calo annualizzato dei consumi nel trimestre in corso nell’ordine di almeno l’1%.


Ieri il numero uno dell’Eurotower, Jean Claude Trichet, non ha voluto dare indicazioni sulle  prossime mosse di politica monetaria da parte della Bce sottolineando come l’obiettivo principale rimane quello di mantenere la stabilità dei prezzi. Di contro, Trichet non ha potuto negare che la tempesta finanziaria a cui stiamo assistendo “non potrà non avere effetti anche sull’economia reale”. “L’Europa è stata contaminata dalla crisi subprime Usa, ma non c’è bisogno di lanciare un piano di salvataggio per la zona euro. Non vediamo rischi importanti per il sistema finanziario europeo che è ancora in salute”, ha assicurato ieri Orf Ewald Nowotny, componente direttivo della Banca centrale europea (Bce), nel commentare gli ultimi interventi di salvataggio orchestrati in Europa su Fortis, Dexia a Hypo Real Estate.


Crescono intanto costantemente i dubbi sulla tenuta dell’economia europea che già nel secondo trimestre di quest’anno ha mostrato i primi segnali di cedimento. Oggi gli economisti di Jp Morgan hanno rivisto al ribasso le loro stime di crescita dell’Eurozona rimarcando soprattutto come ora le prospettive sono quelle di una recessione vera e propria. Per il secondo semestre 2008 le attese della casa d’affari statunitense sono di un calo del pil europeo dell’1% rispetto al -0,3% precedentemente stimato. E ultime stime della Bce sono invece di un progresso dello 0,8% su base annua a fine 2008. Per il prossimo anno Jp Morgan vede invece una crescita contenuta (+0,3%) nella prima metà dell’anno per poi tornare a crescere con decisione (+1,3%) nella seconda parte dell’anno. Le attese di Jp Morgan sono di un taglio dei tassi di 25 punti base a dicembre e una serie di altri tagli nel 2009 per portare il livello al 2,75% tra 12 mesi.