Indici USA implacabili nonostante covid e tensioni con la Cina. Europa ancora in laterale
Un agosto per ora meno volatile di quanto normalmente visto. Non un’evenienza così improbabile visto che le statistiche di stagionalità quest’anno non sono state rispettate quasi per intero. Per ora infatti, il mese di agosto, solitamente tra i peggiori per le Borse mondiali, non ha riservato sorprese, anche se con dei distinguo.
Partiamo dagli indici principali USA che proseguono, chi più chi meno, al rialzo, non preoccupandosi né del covid né delle tensioni tra USA e Cina. Le relazioni diplomatiche USA-Cina infatti non sembrano destinate a migliorare. L’attesa videoconferenza bilaterale per valutare l’implementazione dell’accordo commerciale di fase è stata cancellata, senza indicazioni sulla tempistica futura. Lato covid, se pur la mortalità sembra essere diminuita in % rispetto ai nuovi casi, il virus sta riprendendo a diffondersi con forza anche in Europa. La Francia viaggia a circa 3.000 casi al giorno, la Germania a circa 1.000, la Spagna sopra i 5.000 e l’Italia intorno ai 500 giornalieri. Diverse le misure attuate nei vari Paesi per il contenimento. Stati Uniti, India e Sud America versano in condizioni ben peggiori, come noto. Non mancano dunque le criticità e i warning, elemento che rende comunque più difficile operare su questi mercati. Proviamo allora a fare il punto tecnico sui principali indici azionari internazionali.
S&P 500: al test dei massimi storici
Con qualche mese di ritardo rispetto al Nasdaq 100, ma alla fine anche l’S&P 500 è tornato sui massimi storici. Questo è il livello di resistenza chiave per aprire verso nuovi target rialzisti e soprattutto nuovi massimi storici. Visto l’incertezza sul mercato e i livelli raggiunti però si consiglia di attendere non solo una chiusura daily, ma anche weekly sopra i massimi di febbraio 2020, per evitare bull trap. Prossimo target, in caso di break in forza dei massimi a 3.393 punti, i 3.500 punti. L’impostazione grafica per il momento rimane rialzista senza segnali particolari di debolezza anche se notiamo una leggera divergenza su RSI tra i massimi di agosto e giugno 2020.
Un segnale più importante di debolezza lo avremo solo alla rottura del supporto collocato a 3.225 punti, con target a 3.118 e 3.000 punti. Buon livello di ingresso se, ovviamente, non dovesse esserci un calo sostenuto in termini di volatilità e volumi.
Nasdaq 100: verso l’infinito ed oltre
Appare inarrestabile l’indice delle big tech che, come sappiamo, viene mosso da pochi titoli, quelli a maggior capitalizzazione, i FANG in primis. Struttura ancora rialzista anche per il Nasdaq 100 che per ora non sembra dare segnali di cedimento, anche se vediamo come diversi titoli importanti siano entrati in fase laterale di consolidamento. Sarà dunque importante vedere come evolverà su questi titoli la situazione. Ci riferiamo ad esempio ad Amazon, Google, Alibaba e Microsoft. Ancora in forza invece Apple e Facebook.
Per il Nasdaq 100, il break di 11.282 dovrebbe aprire la strada a 11.500 punti. Al ribasso invece, la fascia di prezzo tra 11.000 e 10.842 punti sembra essere il supporto di breve periodo più importante. In caso di break ribassi verso 10.600 e 10.500 punti.
DAX: dopo Island Reversal, nuovo test dei 13.000 punti
Quando si parla di bull trap, quella del DAX del 21 luglio 2020 sull’importantissima resistenza dei 13.000 punti ne è un esempio lampante. E lo ha fatto anche con un pattern grafico tipico, l’Island Reversal. Gap Up il 21 luglio con una candela chiusa quasi in doji a bassi volumi e altre due che non riescono a segnare un massimo superiore. Chiude la figura un gap down che riporta i corsi sotto 13.000 punti. Da qui inizia la fase correttiva che ha riportato l’indice quasi a 12.200 punti (-8% dal massimo di luglio). Qui, il supporto statico e la media mobile 200 punti hanno svolto bene il loro compito riportando verso l’alto l’indice tedesco che ora si trova ad aggredire nuovamente 13.000 punti. Bisognerà però attendere il break dei massimi di luglio per mettere nel mirino 13.600 e i massimi storici a 13.795 punti. Brutto segnale invece la rottura di 12.200 punti, con target di breve a 12.000 punti e successivo a 11.679 punti.
Ftse Mib: ancora in laterale. Svolta al break del 61,8% di Fibonacci
L’indice italiano rimane abbastanza indietro rispetto ai principali listini americani ma anche europei. In particolare, con un guizzo il 21 luglio, l’indice è riuscito a testare il 61,8% di Fibonacci in area 21.150 punti, per poi invertire direzione. L’indice tricolore ha trovato supporto a 19.174 punti per poi riprendere quota sopra 20.000 punti. Il grafico attuale non dà grandi spunti tecnici. Probabilmente la forza tornerà solo al break di 21.155 punti, per mettere nel mirino 22.000 e 22.300 punti. Al ribasso invece la fascia chiave è quella di 18.480 punti / 18.000 punti. Rotto questo supporto il mercato darebbe un deciso segnale di cambio di sentiment, con target 16.800 punti.