Inarrestabile Cina, nel trimestre il Pil cresce ai ritmi fenomenali degli anni 90
La Cina potrà verosimilmente chiudere il 2007 con una crescita del Pil superiore all’11%. Secondo l’ufficio nazionale di statistica infatti, nel secondo semestre dell’anno la crescita cinese è stata pari all’11,9% dopo aver segnato un +11,1% nei primi tre mesi dell’anno. Il tasso rilevato per il secondo trimestre è il maggiore da oltre dieci anni a questa parte. Ci sono dunque poche probabilità di un rallentamento rispetto al 2006, anno in cui la crescita si era fermata al 10,9%. Dopo gli ultimi dati diffusi c’è anche chi, come Goldman Sachs, ha portato le previsioni sul Pil cinese a fine 2007 a +12,3%.
La crescita è stata trainata dagli investimenti in impianti produttivi e nell’immobiliare. Nella prima metà dell’anno, gli investimenti in conto capitale nelle aree urbane sono cresciuti del 26,7%. Forte anche il contributo della produzione industriale, che nel primo semestre è cresciuta del 18,9%, e delle vendite al dettaglio, aumentate nel periodo del 15,4%
Gli effetti della forza dell’economia cinese si potrebbero tuttavia far sentire sulla politica monetaria. Tanto più che in giugno l’inflazione è cresciuta al ritmo del 4,4%, il maggiore dal settembre 2004. Il tasso medio del primo semestre è pari al 3,2%, al di sopra del target del 3% contemplato dalla People’s Bank of China (la banca centrale del Paese). Gli esperti della United Overseas Bank hanno reso noto in un report di prevedere che a questo punto la banca centrale effettuerà due rialzi dei tassi entro fine anno, ciascuno di 18 punti base. Nel corso del 2007 il governo di Pechino ha già messo in atto due rialzi dei tassi.
Le previsioni di ulteriori restrizioni al credito non hanno comunque impattato sugli indici azionari cinesi. Il Csi 300 ha chiuso sostanzialmente invariato, con una flessione limitata allo 0,02%.
Nel 2006 il prodotto interno cinese è risultato il quarto al mondo dopo quello di Usa, Giappone e Germania. Tuttavia qualora a fine anno fosse confermata la tendenza la Cina si avvicinerebbe al terzo posto.