Imprese: +38mila tra aprile e giugno. In frenata fallimenti (-9,6%) e concordati preventivi (-22,9%)
Il barometro delle imprese italiane indica bel tempo nel secondo trimestre del 2015. Il trimestre primaverile (aprile-giugno) ha, infatti, visto nascere 97.811 nuove attività e certificato la chiusura di 59.831 attività già esistenti, con il risultato di un saldo positivo pari a 37.980 imprese in più rispetto alla fine dello scorso mese di marzo, il migliore degli ultimi quattro anni. E’ quanto emerge dai dati sulla nati-mortalità delle imprese italiane nel secondo trimestre dell’anno fotografati attraverso Movimprese, la rilevazione trimestrale realizzata da InfoCamere sulla base dei dati del Registro delle imprese e diffusi da Unioncamere.
Settori: commercio (+10mila), turismo (+6mila) e servizi alle imprese (+4mila)
Nel trimestre, tutti i settori hanno mostrato saldi positivi dello stock: in testa il “Commercio” (+10.274), seguito da “Alloggio e ristorazione” (+6.002) e “Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese” (+3.555). Presi insieme questi tre settori hanno determinato il 52% dell’intero saldo trimestrale.
Quanto all’universo delle imprese artigiane, i saldi positivi si registrano in tutti i settori, ad eccezione delle attività di “Trasporto e magazzinaggio” (-452 unità) e delle “Attività manifatturiere” (-93). In termini relativi, escludendo i settori più piccoli, il risultato migliore è quello del “Noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese” (+1,62%) seguito da quello dei “Servizi di informazione e comunicazione” (+0,86%).
Frenano fallimenti (-9,6%) e concordati preventivi (-22,9%)
Sul fronte delle crisi d’impresa, il trimestre offre segnali altri segnali incoraggianti. Le aperture di nuove procedure fallimentari si sono fermate al valore di 3.654, il 9,6% in meno dello stesso trimestre del 2014, mentre quelle di concordati preventivi (414) hanno registrato una frenata ancora più netta (-22,9% rispetto a dodici mesi fa). Con riguardo ai fallimenti, la contrazione ha riguardato 13 regioni su 20, altre due regioni (Lazio e Umbria) hanno confermato il dato 2014 e solo in cinque casi (Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige Friuli-Venezia Giulia, Molise e Calabria) si registrano aumenti rispetto a un anno fa.