I peggiori Ytd del Ftse Mib diventano cavalli vincenti, si sgonfiano invece i titoli da lockdown
Il rally forsennato delle ultime settimane ha fatto gioire gran parte dei titoli di Piazza Affari. Il Ftse Mib nelle prime 5 sedute di giugno ha segnato un formidabile +10,94% che va a sommarsi al rally dell’ultimo scorcio di maggio. I dati sorprendenti del mercato del lavoro Usa hanno dato ulteriormente fiato a un rally che poggia in primo luogo sulle aspettative di una più veloce ripresa dopo la pandemia. Speranze che hanno messo le ali ai settori ciclici, con la rotazione settoriale che ha premiato gli industriali e i finanziari, così come gli energetici grazie ala forza del petrolio (che anche oggi sostiene il settore dopo l’accordo dell’Opec+ per prolungare i tagli produttivi).
Chi sale e chi scende
Considerando le ultime tre settimane il listino milanese ha dimezzato le perdite del 2020: il 19 maggio era in rosso di quasi il 28% da inizio anno e adesso segna -14% circa. Rally forsennato che ha portato a risalite a doppia cifra per molti dei titoli che avevano visto il loro valore in Borsa precipitare negli scorsi mesi. In particolare l’indice delle banche italiane ha segnato ben 12 rialzi nelle ultime 13 sedute fra effetto Recovery Fund e nuove misure di stimolo della Bce. Titolo quali Banco BPM, Bper e Unicredit nell’arco di questa striscia positiva sono risaliti di oltre il 40%.
“L’impegno della Bce a comprare massicciamente Btp ha portato stabilità sul settore bancario – rimarca Filippo Diodovich, senior strategist di IG Italia, intervistato oggi da FinanzaOnline – in aggiunta c’è il consolidamento del comparto e quindi ritengo che ci sia spazio ancora perché la risalita continui”.
In generale gli acquisti nelle ultime sedute specialmente si sono concentrati sui titoli che più erano rimasti indietro nei primi 5 mesi dell’anno. Così si spiegano ad esempio l’oltre +9% di Bper e Saipem di venerdì, ossia dei due titoli che figurano nelle ultime posizioni come performance Ytd. E nonostante questi rialzi, oggi Bper continua a primeggiare con oltre +6%, risultano ancora i due peggiori titoli del 2020. Recuperi prepotenti a doppia cifra anche per industriali ed energetici quali Leonardo, FCA, CNH, ENI e Tenaris, tutte ancora tra i 10 peggiori da inizio anno.
La grande remuntada di Piazza Affari è andata però a scapito dei farmaceutici e in generale di quei titoli che avevano agito da porto sicuro in uno scenario di forte incertezza sui mercati.
Diasorin si sgonfia del 25% dai massimi
Le tendenze di settimana scorsa si confermano anche oggi. Continua ad esempio il dietrofront a Piazza Affari di Diasorin. Il titolo del gruppo della diagnostica in vitro è in fondo al Ftse Mib a -4% oggi a 159 euro. Venerdì scorso il titolo aveva pagato le indiscrezioni circa la graduatoria provvisoria relativa alla gara in aprile in Lombardia (ordine urgente di 500mila test Covid-19) che vedrebbe in testa la svizzera Roche, che ha offerto un prezzo di 1,42 euro a test. Seconda nella graduatoria ci sarebbe Beckman Coulter con un’offerta di 3,8 euro a test, terza Ortho Clinical con 3,5 euro, quarta Diasorin con 3,3 euro e quinta Abbott offrendo 4 euro.
Diasorin è reduce da sei sedute negative nelle ultime 10 con titolo che si è allontanato non poco dai massimi storici a 211,8 euro toccati due settimane fa. Diasorin detiene lo scettro di miglior titolo Ytd con +36%.
Soffrono anche Nexi e Ferrari
Continuano a soffrire anche altri titoli che figurano tra i best performer da inizio anno, a testimonianza che il risk-on sui mercati ha portato alcuni investitori a chiudere posizioni sui titoli in cui si erano rifugiati negli scorsi mesi.
Nexi, che da inizio anno è il secondo miglior performer con +17%, anche oggi viaggia nelle retrovie a -2,36% nonostante le indicazioni arrivate dal ceo di Mastercard Italia, Michele Centemero, che riporta come nelle ultime settimane, a causa del Covid-19, si sia verificato un significativo aumento delle transazioni contactless e che nella GDO la quota di pagamenti digitali sia salita del 20%. “Notizia è positiva per Nexi che genera circa il 48% del fatturato da commissioni su transazioni digitali (il 52% è invece legato ai canoni della base installata di Terminali, carte ed ATM) di cui stimiamo poco meno di 1/3 legato alla GDO”, rimarcano gli esperti di Equita SIM.
Male anche Recordati (-0,31%), terza nella graduatoria Ytd con +8% circa. E paga dazio anche oggi Ferrari che lascia sul terreno oltre il 2% e vede vacillare la tenuta del muro dei 150 euro.