Hot Stock: L’opa su Endesa strategica ma troppo cara, Enel a rischio downgrade
E' solo una questione di ore: Enel lancerà l'opa sulla spagnola Endesa. Il colosso elettrico italiano ha fatto sapere di aver avuto dei contatti con Acciona, azionista al 21% della società iberica, per avanzare un'offerta migliorativa rispetto a quella di E.On di 38,75 euro ad azione, qualora quest'ultima non andasse in porto. Un accordo con Acciona in realtà non è stato ancora raggiunto.
"Se l'opa di E.On non andrà a buon fine, partirà quella di Enel e Acciona. Se le cose andranno bene questa sarà un'operazione fatta nell'interesse degli azionisti e anche della Spagna", ha dichiarato quest'oggi il numero uno di gruppo elettrico italiano, Piero Gnudi, aggiungendo che quello tra Enel e Acciona "sarà un accodo alla pari". A partire dai vertici della nuova Endesa: il presidente dovrebbe infatti parlare spagnolo, probabilmente l'attuale presidente di Acciona, Josè Manuel Entrecanales, e l'amministratore delegato italiano, come rivela il quotidiano spagnolo El Economista.
Enel, ricordiamo, detiene direttamente e indirettamente il 24,9% di Endesa, insieme ad Acciona, ossia controlla già il 45,9% della società elettrica spagnola e questo suppone che dovranno acquistare il resto del capitale. Se l'appoggio di Sepi, socio al 3% di Endesa, sembra scontato dato che il governo spagnolo già "aveva affermato che la holding pubblica appoggerà la decisione maggioritaria", riporta ancora El Economista, a Fulvio Conti resta solo da convincere Caja de Madrid che in Endesa detiene una quota del 10%.
Ma anche questa sembra un'impresa piuttosto semplice, visto che l'offerta del gruppo italiano potrebbe aggirarsi intorno ai 42 euro, come ipotizzato da diversi giornali, superiore quindi a quella di E.On. Tuttavia i tedeschi non vogliono mollare ancora la presa e, come riferisce l'agenzia Bloomberg, starebbero studiando le possibili conseguenze legali di un piano congiunto tra Enel e Acciona su Endesa. Secondo un portavoce della società E.On al momento mantiene ferma senza modifiche la sua opa.
Pertanto gli analisti preferiscono rimanere cauti su Enel. Almeno per il momento. Quelli del Credit Suisse hanno ribadito la raccomandazione di neutral sul gruppo con un target price a 7,8 euro, stimando un'opa a 42 euro per azione con effetto diluitivo su Enel tra 0,1/0,15 per azione. Per il broker svizzero "anche se ci potrebbe essere sul Enel un effetto negativo legato all'annuncio odierno, non c'è nessuna giustificazione per andare short". Tuttavia il titolo cede a piazza Affari l'1,34 a 7,87 euro e in mattinata era scivolato fino a toccare quota 7,85 euro.
Endesa, invece, quest'oggi non sta trattando alla Borsa di Madrid, ma quando sarà riammessa alle contrattazioni "ci aspettiamo che tratti tra 40-42 euro (38,65 il prezzo di chiusura di ieri, ndr), in linea con il prezzo di Enel menzionato dalla stampa e in queste circostanze, pensiamo che l'offerta di E.On decada senza successo il prossimo giovedì", prevedono gli esperti del Csfb.
Così c'è già chi ha iniziato a delineare i diversi scenari che potrebbero aprirsi sulla strada di Enel. Luigi Monica, analista di RasBank, basandosi su un prezzo per Endesa di 41 euro per azione, ha calcolato che nel caso in cui Enel raggiungesse una quota del 75% nell'utility iberica, l'investimento complessivo dovrebbe attestarsi intorno ai 32 miliardi e la posizione finanziaria netta 2006, calcolata consolidando pro quota Endesa, raggiungerebbe i -58,6 miliardi di euro, corrispondenti a un rapporto debito netto/Ebitda 2006 di 4,3, che si confronta con un rapporto di 1,4 detenuto attualmente da Enel stand alone.
Al di là delle congetture e nonostante la prevedibile reazione in Borsa, l'esperto della banca d'affari milanese ritiene che il contrattacco di Enel in terra spagnola possa avere un impatto positivo sul titolo. "Anche se", avverte Luigi Monica in un report di oggi raccolto da Finanza.com, "un'opa su Endesa resterebbe a mio avviso cara, soprattutto considerando il multiplo Ev/Ebitda pari a 9,9 volte quello di Endesa per il 2008 e 7,2 quello di Enel".
Ma non c'è dubbio che l'operazione in questione ha una valenza strategica molto importante, soprattutto dal punto di vista industriale, osserva ancora l'analista. "Consentirebbe anzitutto la crescita dimensionale che Enel sta cercando per continuare a essere un player europeo di primaria importanza, e inoltre Endesa, a parte la Spagna, è presente in diversi mercati dove Enel intende rafforzarsi, come Francia, Polonia e America Latina". Ma se RasBank mantiene su Enel un rating di neutral con un target price a 8,3 euro, una primaria sim milanese consiglia l'acquisto dell'azione sebbene il deal eliminerebbe il potenziale per rialzi del dividendo e del buyback nel medio termine.
Secondo gli esperti di Euromobiliare sim, invece, sorpresi non tanto per la notizia in sé quanto per il timing e i prezzi in ulteriore incremento del 6-8% sull'offerta di E.On, l'effetto sarebbe anti-diluitivo sull'utile per azione di Enel del 15% circa. E l'aumento della leva porterebbe anche al rischio di una revisione al ribasso dei rating da parte delle agenzie internazionali. Per il momento però Enel può stare tranquilla anche perché, in caso di operazioni di M&A, la società ha sempre dichiarato di non voler scendere al di sotto della singola A. E fino ad oggi è stata accontentata. Gli analisti di Standard & Poor's hanno assegnato un rating per la sola Enel ad A+, mentre gli esperti di Moody's ne hanno uno di Aa3.
"Se l'opa di E.On non andrà a buon fine, partirà quella di Enel e Acciona. Se le cose andranno bene questa sarà un'operazione fatta nell'interesse degli azionisti e anche della Spagna", ha dichiarato quest'oggi il numero uno di gruppo elettrico italiano, Piero Gnudi, aggiungendo che quello tra Enel e Acciona "sarà un accodo alla pari". A partire dai vertici della nuova Endesa: il presidente dovrebbe infatti parlare spagnolo, probabilmente l'attuale presidente di Acciona, Josè Manuel Entrecanales, e l'amministratore delegato italiano, come rivela il quotidiano spagnolo El Economista.
Enel, ricordiamo, detiene direttamente e indirettamente il 24,9% di Endesa, insieme ad Acciona, ossia controlla già il 45,9% della società elettrica spagnola e questo suppone che dovranno acquistare il resto del capitale. Se l'appoggio di Sepi, socio al 3% di Endesa, sembra scontato dato che il governo spagnolo già "aveva affermato che la holding pubblica appoggerà la decisione maggioritaria", riporta ancora El Economista, a Fulvio Conti resta solo da convincere Caja de Madrid che in Endesa detiene una quota del 10%.
Ma anche questa sembra un'impresa piuttosto semplice, visto che l'offerta del gruppo italiano potrebbe aggirarsi intorno ai 42 euro, come ipotizzato da diversi giornali, superiore quindi a quella di E.On. Tuttavia i tedeschi non vogliono mollare ancora la presa e, come riferisce l'agenzia Bloomberg, starebbero studiando le possibili conseguenze legali di un piano congiunto tra Enel e Acciona su Endesa. Secondo un portavoce della società E.On al momento mantiene ferma senza modifiche la sua opa.
Pertanto gli analisti preferiscono rimanere cauti su Enel. Almeno per il momento. Quelli del Credit Suisse hanno ribadito la raccomandazione di neutral sul gruppo con un target price a 7,8 euro, stimando un'opa a 42 euro per azione con effetto diluitivo su Enel tra 0,1/0,15 per azione. Per il broker svizzero "anche se ci potrebbe essere sul Enel un effetto negativo legato all'annuncio odierno, non c'è nessuna giustificazione per andare short". Tuttavia il titolo cede a piazza Affari l'1,34 a 7,87 euro e in mattinata era scivolato fino a toccare quota 7,85 euro.
Endesa, invece, quest'oggi non sta trattando alla Borsa di Madrid, ma quando sarà riammessa alle contrattazioni "ci aspettiamo che tratti tra 40-42 euro (38,65 il prezzo di chiusura di ieri, ndr), in linea con il prezzo di Enel menzionato dalla stampa e in queste circostanze, pensiamo che l'offerta di E.On decada senza successo il prossimo giovedì", prevedono gli esperti del Csfb.
Così c'è già chi ha iniziato a delineare i diversi scenari che potrebbero aprirsi sulla strada di Enel. Luigi Monica, analista di RasBank, basandosi su un prezzo per Endesa di 41 euro per azione, ha calcolato che nel caso in cui Enel raggiungesse una quota del 75% nell'utility iberica, l'investimento complessivo dovrebbe attestarsi intorno ai 32 miliardi e la posizione finanziaria netta 2006, calcolata consolidando pro quota Endesa, raggiungerebbe i -58,6 miliardi di euro, corrispondenti a un rapporto debito netto/Ebitda 2006 di 4,3, che si confronta con un rapporto di 1,4 detenuto attualmente da Enel stand alone.
Al di là delle congetture e nonostante la prevedibile reazione in Borsa, l'esperto della banca d'affari milanese ritiene che il contrattacco di Enel in terra spagnola possa avere un impatto positivo sul titolo. "Anche se", avverte Luigi Monica in un report di oggi raccolto da Finanza.com, "un'opa su Endesa resterebbe a mio avviso cara, soprattutto considerando il multiplo Ev/Ebitda pari a 9,9 volte quello di Endesa per il 2008 e 7,2 quello di Enel".
Ma non c'è dubbio che l'operazione in questione ha una valenza strategica molto importante, soprattutto dal punto di vista industriale, osserva ancora l'analista. "Consentirebbe anzitutto la crescita dimensionale che Enel sta cercando per continuare a essere un player europeo di primaria importanza, e inoltre Endesa, a parte la Spagna, è presente in diversi mercati dove Enel intende rafforzarsi, come Francia, Polonia e America Latina". Ma se RasBank mantiene su Enel un rating di neutral con un target price a 8,3 euro, una primaria sim milanese consiglia l'acquisto dell'azione sebbene il deal eliminerebbe il potenziale per rialzi del dividendo e del buyback nel medio termine.
Secondo gli esperti di Euromobiliare sim, invece, sorpresi non tanto per la notizia in sé quanto per il timing e i prezzi in ulteriore incremento del 6-8% sull'offerta di E.On, l'effetto sarebbe anti-diluitivo sull'utile per azione di Enel del 15% circa. E l'aumento della leva porterebbe anche al rischio di una revisione al ribasso dei rating da parte delle agenzie internazionali. Per il momento però Enel può stare tranquilla anche perché, in caso di operazioni di M&A, la società ha sempre dichiarato di non voler scendere al di sotto della singola A. E fino ad oggi è stata accontentata. Gli analisti di Standard & Poor's hanno assegnato un rating per la sola Enel ad A+, mentre gli esperti di Moody's ne hanno uno di Aa3.