Hedge fund: la gallina dalle uova d’oro (fondionline.it)
Poche cose sono più dannose della creazione di false aspettative, e poche comunità hanno sofferto più di quella degli investitori a causa degli effetti di un'illusione andata in frantumi.
E visto che quel che si compra e vende in Borsa sono proprio le aspettative, quando queste falliscono l'erosione non si limita a far scendere le quotazioni dei titoli, i patrimoni delle entità o delle persone affascinate da tali previsioni, ma si estende al sistema socio- economico nel suo complesso.
Così, la percezione che la Borsa sia una gallina dalle uova d'oro è certamente fallace, al limite di una finzione che si dissolve con la stessa velocità con cui le aspettative di poter diventare ricchi senza compiere alcuno sforzo si scontrano con la realtà. E se in periodi non lontani la gallina veniva cercata con ostinazione nelle società informatiche e biotecnologiche, da qualche tempo a questa parte il denaro facile sembra aver intrapreso altre direttrici.
L'altro presunto giacimento di redditività e performance erano i fondi a gestione alternativa o hedge funds. Le banche di investimento hanno scommesso su questi prodotti per cercare di ottenere performance positive all'interno di un mercato che, tre anni fa, ha cominciato a riprendersi dalle sberle dello scoppio della bolla speculativa. La storia recente degli hedge fund si è scontrata con performance che non solo non hanno premiato le aspettative, ma, nella maggior parte dei casi, hanno perso la sfida con gli indici e i prodotti tradizionali.
In alcuni paesi dell'area euro si sta procedendo all'adozione di una normativa specifica per la commercializzazione di questi strumenti finanziari. A tal proposito, ci chiediamo se non sarebbe opportuno andare oltre l'introduzione di una normativa di settore, e pensare anche alla formulazione di indicazioni necessarie a far capire ai piccoli sottoscrittori che i fondi a gestione alternativa possono rappresentare soltanto un complemento all'investimento tradizionale ( e non possono in alcun modo sostituirlo). E non è forse proprio questo uno dei motivi che supportano la definizione di fondi a gestione alternativa?
Il richiamo è ancor più opportuno in una fase caratterizzata dall'adozione di strategie gestionali pilotate dalla scarsità di opportunità sui mercati, e dalla conseguente necessità di far crescere il rischio insito nei portafogli per puntare al conseguimento di performance dignitose. Ma qual è l'aspetto positivo della straordinaria crescita sperimentata dagli hedge funds? Certamente non è l'assunzione di un livello più elevato di rischi.
Secondo le previsioni formulate dalla compagnia statunitense Sanford C. Bernstein, gli introiti derivanti dall'incasso delle commissioni per le banche di investimento statunitensi potrebbero toccare quest'anno il record di 7.500 milioni di dollari (circa 6.400 milioni di euro), grazie all'attività di intermediazione realizzata per gli hedge funds. Quest'attività viene svolta dal prime broker (colui che presta denaro e titoli ai fondi, provvede a svolgere il ruolo di banca depositaria e fornisce ai money manager i programmi informatici necessari all'analisi del rischio).
La crescita del segmento degli hedge funds si sta rivelando una vera manna per le banche di investimento. Tornano le vacche grasse, ma attenzione alle avvertenze diffuse dalle autorità finanziarie dedite al controllo dei mercati. Senza mai dimenticare che gli eccessi vengono pagati sempre a caro prezzo. A cura di www.fondionline.it
E visto che quel che si compra e vende in Borsa sono proprio le aspettative, quando queste falliscono l'erosione non si limita a far scendere le quotazioni dei titoli, i patrimoni delle entità o delle persone affascinate da tali previsioni, ma si estende al sistema socio- economico nel suo complesso.
Così, la percezione che la Borsa sia una gallina dalle uova d'oro è certamente fallace, al limite di una finzione che si dissolve con la stessa velocità con cui le aspettative di poter diventare ricchi senza compiere alcuno sforzo si scontrano con la realtà. E se in periodi non lontani la gallina veniva cercata con ostinazione nelle società informatiche e biotecnologiche, da qualche tempo a questa parte il denaro facile sembra aver intrapreso altre direttrici.
L'altro presunto giacimento di redditività e performance erano i fondi a gestione alternativa o hedge funds. Le banche di investimento hanno scommesso su questi prodotti per cercare di ottenere performance positive all'interno di un mercato che, tre anni fa, ha cominciato a riprendersi dalle sberle dello scoppio della bolla speculativa. La storia recente degli hedge fund si è scontrata con performance che non solo non hanno premiato le aspettative, ma, nella maggior parte dei casi, hanno perso la sfida con gli indici e i prodotti tradizionali.
In alcuni paesi dell'area euro si sta procedendo all'adozione di una normativa specifica per la commercializzazione di questi strumenti finanziari. A tal proposito, ci chiediamo se non sarebbe opportuno andare oltre l'introduzione di una normativa di settore, e pensare anche alla formulazione di indicazioni necessarie a far capire ai piccoli sottoscrittori che i fondi a gestione alternativa possono rappresentare soltanto un complemento all'investimento tradizionale ( e non possono in alcun modo sostituirlo). E non è forse proprio questo uno dei motivi che supportano la definizione di fondi a gestione alternativa?
Il richiamo è ancor più opportuno in una fase caratterizzata dall'adozione di strategie gestionali pilotate dalla scarsità di opportunità sui mercati, e dalla conseguente necessità di far crescere il rischio insito nei portafogli per puntare al conseguimento di performance dignitose. Ma qual è l'aspetto positivo della straordinaria crescita sperimentata dagli hedge funds? Certamente non è l'assunzione di un livello più elevato di rischi.
Secondo le previsioni formulate dalla compagnia statunitense Sanford C. Bernstein, gli introiti derivanti dall'incasso delle commissioni per le banche di investimento statunitensi potrebbero toccare quest'anno il record di 7.500 milioni di dollari (circa 6.400 milioni di euro), grazie all'attività di intermediazione realizzata per gli hedge funds. Quest'attività viene svolta dal prime broker (colui che presta denaro e titoli ai fondi, provvede a svolgere il ruolo di banca depositaria e fornisce ai money manager i programmi informatici necessari all'analisi del rischio).
La crescita del segmento degli hedge funds si sta rivelando una vera manna per le banche di investimento. Tornano le vacche grasse, ma attenzione alle avvertenze diffuse dalle autorità finanziarie dedite al controllo dei mercati. Senza mai dimenticare che gli eccessi vengono pagati sempre a caro prezzo. A cura di www.fondionline.it