Guerra commerciale affossa Shanghai. Borsa in mercato orso e -45% da 2015
Cina furiosa con gli Stati Uniti di Donald Trump, promette vendetta mentre la borsa di Shanghai scivola nel mercato orso.
Precisamente, l’indice Shanghai Composite è in calo del 22,8% rispetto ai record testati alla fine di gennaio, perfettamente in linea con la definizione di mercato orso, che implica una flessione, dai massimi, di almeno il 20%.
La borsa di Shanghai entra ufficialmente nel suo quarto mercato orso in tre anni, a conferma di come la guerra commerciale stia pesando più sull’azionario cinese che su Wall Street.
Per avere un’idea delle perdite che la Borsa ha continuato a soffrire negli ultimi anni, basti pensare che, sempre lo Shanghai Composite, viaggia a valori inferiori di ben il 45% rispetto al giugno del 2015, anche se il primato del listino peggiore va allo Shenzen Composite, borsa cinese che ha accusato i cali più forti dall’inizio del 2018, caratterizzata da una forte presenza di titoli tecnologici.
Proprio riguardo agli hi-tech, i colossi asiatici che fanno parte dell’acronimo TATS (Tencent, Alibaba, Taiwan Semiconductor e Samsung) stanno facendo peggio dei FANG (acronimo che sta per Facebook, Amazon, Netflix, Google) di Wall Street.
Effetto ribassista delle tensioni commerciali anche sullo yuan, che è in ribasso del 5% rispetto ai record di marzo.
C’è da dire che la moneta sconta anche le recenti manovre di politica monetaria espansiva della banca centrale cinese, la People’s Bank of China, che proprio lo scorso weekend ha tagliato di nuovo il livello delle riserve obbligatorie che le banche del paese devono detenere presso di essa, iniettando una liquidità complessiva di ben 700 miliardi di yuan.
La guerra commerciale, che è guerra soprattutto geopolitica tra la prima e la seconda economia al mondo, sta manifestando tra l’altro aspetti anche grotteschi se non tragicomici, con conseguenze sempre più a 360 gradi.
La Cina ha bloccato nelle ultime ore l’emittente televisiva HBO dopo che il comico John Oliver ha paragonato il presidente cinese Xi Jinping a Winnie the Pooh, facendo riferimento alla decisione di Pechino di censurare il noto cartoon dopo che alcuni utenti dei social media cinesi avevano fatto già utilizzato l’orsetto per farsi beffe della sua decisione di rimuovere i limiti alla sua presidenza.
Xi “è molto sensibile riguardo alla somiglianza percepita tra di lui e Winnie the Pooh”, ha detto John Oliver.
Risultato: stando a quanto riportato dal Daily News, Pechino ha deciso di bloccare al 100% HBO.com per gli utenti cinesi dei social media.