A. Grech: la politica restrittiva cinese potrebbe rilanciare lo yen
I dati macro spingono al rialzo il dollaro. Le indicazioni positive arrivate dal fronte macroeconomico a stelle e strisce spingono il biglietto verde, che in questo momento quota 1,3458 nell’euro-dollaro e scambia in rialzo di quasi 1 punto percentuale contro franco svizzero (0,9659) e yen (83,000). Andamento opposto per l’oro, che perde 20 dollari l’oncia scendendo a 1.349 dollari.
Migliori delle attese gli aggiornamenti arrivati da nuove richieste di sussidio, scese a 404 mila la scorsa settimana, dal superindice, +1%, e dalle vendite di case esistenti, balzate a 5,28 mln a dicembre. Deludente invece il Philadelphia Fed di gennaio, in calo a 19,3 punti.
Dati che non sono riusciti ad invertire la rotta dei listini azionari, penalizzati dai timori legati all’eccessiva crescita cinese, destinata a favorire ulteriori spinte restrittive. I dati arrivata oggi da Pechino hanno evidenziato un progresso del 9,8% a/a del pil nel quarto trimestre rispetto al +9,4 per cento atteso dal mercato. Sopra il consenso anche le vendite al dettaglio (+19,1%) e la produzione industriale (+13,5%). In linea con le attese il +4,6% dell’inflazione, dal +5,1% precedente.
I dati sulla crescita di Pechino hanno proiettato l’economia cinese al secondo posto mondiale. Anthony Grech di IG Markets rileva come l’economia giapponese, al di là del sorpasso cinese, “beneficerà della crescita del suo vicino di maggiori dimensioni”. L’analista rileva però come “i timori inflazionistici nel Celeste Impero, che potrebbero portare ad un ulteriore incremento del costo del denaro, sono destinati a spostare le preferenze degli investitori verso la divisa nipponica”.