Giravolta dei Treasury, con tassi sotto 3% cambia tutto anche per il dollaro. Segnali di alert da Yen e CHF
Se in questi mesi è stato il balzo dei rendimenti dei Treasury a innescare il rally del dollaro Usa, allo stesso modo il sentiment potrebbe capovolgersi a 360 gradi proprio sotto la spinta del cambio di rotta dei titoli di Stato statunitensi. Il tasso Treasury a 10 anni è sceso ieri sotto il 3% grazie anche alle indicazioni arrivate dalle minute della Fed, che indicano la volontà di tollerare temporaneamente valori dell’inflazione superiori al 2%. Il mercato continua a dare quasi per certo un rialzo dei tassi nel meeting Fed di giugno, mentre ci si interroga sulla possibilità che nella seconda metà dell’anno ci saranno 1 o 2 rialzi.
L’incognita Trump e i segnali di risk-off da YEN e CHF
Il mercato deve fare i conti anche con i nuovi affondi di Donald Trump che ha minacciato di imporre nuovi dazi al 25% per le auto importate. “Il clima di fondo resta improntato ad un forte nervosismo”, avvertono gli analisti di Mps Capital Services.
Sui mercati nelle ultime sedute è emerso qualche segnale di allerta con movimenti cospicui in direzione degli asset ritenuti rifugio. “Oltre alla rinnovata forza dello Yen, sono emerse due ulteriori mosse chiave. In primo luogo, il CHF ha iniziato ad apprezzarsi nettamente rispetto all’euro, mentre i rendimenti dei titoli del Tesoro USA a 10 anni hanno iniziato a muoversi rapidamente verso il basso esattamente nello stesso momento”, avverte Simon Derrick, Chief Currency Strategist di BNY Mellon, che aggiunge: “L’impatto netto di tutto questo è che un certo numero di tendenze chiave sono state interrotte nelle ultime 24 ore o sono in procinto di essere sfidate”.
Dollaro tra due fuochi
Le flessione dei rendimenti del Tesoro USA a 10 anni, reduci da un trend di ascesa che va avanti ormai dallo scorso settembre, potrebbe avere implicazioni interessanti per il dollaro Usa. “Da un lato – argomenta Simon Derrick – si potrebbe sostenere che un forte calo dei rendimenti dovrebbe rivelarsi negativo per il dollaro, dato che è stato l’aumento dei rendimenti a partire da metà aprile in poi ad alimentato il forte aumento del biglietto verde. Dall’altro, si potrebbe sostenere che in periodi di intenso stress del mercato l’USD fornisce un rifugio sicuro. Molto dipenderà da quanto negativi saranno i mercati nei prossimi giorni”.