Il Giappone si iscrive alla lista dei Paesi in recessione
La lista dei Paesi in recessione tecnica rischia di allungarsi rapidamente. Il Giappone, che ha annunciato oggi i dati sul pil del terzo trimestre dell’anno, si è aggiunto all’Eurozona, alla Germania all’Italia e all’Irlanda.
Il Paese del Sol Levante ha registrato la seconda contrazione consecutiva del prodotto interno lordo, dello 0,1% nel terzo trimestre, dopo il calo pari allo 0,9% registrato nel trimestre precedente. Nel confronto con lo stesso periodo del 2007, il pil giapponese è sceso dello 0,4% dopo essere calato, su base annua, del 3,7% nel secondo trimestre.
A pesare maggiormente sul bilancio trimestrale della Nazione è stata la contrazione degli investimenti fissi delle imprese che stanno tirando i remi in barca per affrontare la recessione. Le difficoltà del comparto creditizio rendono inoltre più complicato e costoso l’accesso al finanziamento e ciò induce a rimandare importanti investimenti. Nel corso del terzo trimestre l’aggregato in questione è crollato dell’1,7% dopo il nulla di fatto registrato nel trimestre precedente. All’economia del Sol Levante è inoltre venuto a mancare il sostegno delle esportazioni, messe in difficoltà dal rallentamento della dinamica di crescita globale e dalla forza dello yen. La valuta con gli occhi a mandorla ha guadagnato, a partire dall’agosto scorso, circa 30 punti percentuali nei confronti dell’euro e quasi 15 nei confronti del dollaro. All’indebolimento delle esportazioni, che comunque sono cresciute dello 0,7% su base trimestrale, ha fatto da contraltare una crescita maggiore dell importazioni, +1,9% mentre il ritorno di fiamma dei consumi privati non è stato sufficiente a controbilanciare il passivo della bilancia commerciale. I consumi domestici giapponesi sono cresciuti dello 0,3% nel corso del secondo trimestre. Sostanzialmente stabile la domanda pubblica, da registrare il positivo balzo in avanti degli investimenti residenziali, +4% su base trimestrale.
Per il futuro prossimo lo scenario non appare roseo per il Giappone. La crescita dei consumi interni, sebbene in recupero, rimane strettamente legata alle condizioni di debolezza delle materie prime. Un recupero dei prezzi delle commodity potrebbe mettere in difficoltà la domanda domestica. Rimarrà forte, invece, lo stimolo economico del comparto pubblico mentre sulle esportazioni graveranno ancora la condizione di forza dello yen e le revisioni al ribasso delle stime di crescita dell’area asiatica. Lo scenario grigio terrà infine frenati gli investimenti fissi da parte delle imprese.