Giappone: boom esportazioni di auto ed elettronica fa ben sperare per crescita (analisti)
Indicazioni molto positive quelle arrivate oggi dal Giappone con la bilancia commerciata tornata in surplus per la prima volta dal 2012. A marzo il surplus è stato pari a 229,3 miliardi di yen (+3,3 miliardi il dato rettificato), dai -425 miliardi di yen della lettura precedente. Le esportazioni sono cresciute dell'8,5% a/a, mentre a marzo le importazioni sono scese del -14,5%, dopo il -3,6% fatto registrare il mese scorso.
"La sorpresa positiva è legata alle forti esportazioni di auto ed elettronica, il calo del petrolio ha fatto invece scendere i costi delle importazioni - commenta Peter Rosenstreich Chief FX Analyst di Swissquote Europe - Si tratta di un segnale positivo per l'economia giapponese, che dall'inizio dell'anno fa fatica a ingranare. Nonostante le notizie contrastanti, riteniamo che il calo dello yen stia sostenendo la domanda di esportazioni". "L'esperimento dell'Abeconomia volto alla svalutazione competitiva sta mostrano qualche risultato positivo - prosegue Rosenstreich - soprattutto nel rinvigorire la crescita. Con la ripresa in Europea e Cina (e anche gli USA stanno superando la fase di debolezza), la domanda di merci giapponesi dovrebbe salire. Tuttavia, finché i prezzi del petrolio rimarranno dimessi (come prevediamo), le importazioni costose saranno meno attraenti dei beni domestici. Dovremmo quindi assistere a un rallentamento della crescita delle importazioni, anche se la ripresa interna stimolerà la domanda. Visti gli effetti positivi che stanno emergendo grazie al programma di QE giapponese, ci aspetteremmo anche dagli altri player regionali (come la Corea del Sud) simili attività volte alla svalutazione della valuta (rimaniamo politicamente correnti e non diciamo Guerra Valutaria)".
"La sorpresa positiva è legata alle forti esportazioni di auto ed elettronica, il calo del petrolio ha fatto invece scendere i costi delle importazioni - commenta Peter Rosenstreich Chief FX Analyst di Swissquote Europe - Si tratta di un segnale positivo per l'economia giapponese, che dall'inizio dell'anno fa fatica a ingranare. Nonostante le notizie contrastanti, riteniamo che il calo dello yen stia sostenendo la domanda di esportazioni". "L'esperimento dell'Abeconomia volto alla svalutazione competitiva sta mostrano qualche risultato positivo - prosegue Rosenstreich - soprattutto nel rinvigorire la crescita. Con la ripresa in Europea e Cina (e anche gli USA stanno superando la fase di debolezza), la domanda di merci giapponesi dovrebbe salire. Tuttavia, finché i prezzi del petrolio rimarranno dimessi (come prevediamo), le importazioni costose saranno meno attraenti dei beni domestici. Dovremmo quindi assistere a un rallentamento della crescita delle importazioni, anche se la ripresa interna stimolerà la domanda. Visti gli effetti positivi che stanno emergendo grazie al programma di QE giapponese, ci aspetteremmo anche dagli altri player regionali (come la Corea del Sud) simili attività volte alla svalutazione della valuta (rimaniamo politicamente correnti e non diciamo Guerra Valutaria)".