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Germania, i consumi frenano la ripresa

Pubblicato 24 Febbraio 2006 Aggiornato 19 Luglio 2022 12:59
La domanda estera e gli investimenti industriali si sono trasformati nei pilastri dell'economia tedesca. I risparmi dei nuclei familiari sono cresciuti fino a raggiungere il 10,6% del Pil, il tasso più elevato dal 1995. L'economia tedesca continua a migliorare senza spiccare il volo, zavorrata dalla battuta d'arresto dei consumi interni. Tuttavia, le previsioni per il 2006 includono una crescita dell1,4%, sostenuta dai nuovi investimenti e dal comportamento delle aziende export oriented. Nel frattempo, il nuovo governo prepara le tanto attese riforme strutturali del mercato del lavoro e del fisco (elementi chiave per il futuro del paese). L'atteso decollo dell'economia tedesca è stato posticipato di un anno, a causa dell'effetto negativo apportato dal consumo privato (mantenutosi invariato nel corso del 2005). I dati della OCDE confermano che questo indicatore si è contratto dello 0,2% nel 2005 (dopo un biennio in cui non è riuscito a crescere più dello 0,2%). Ricordiamo che i consumi rappresentano quasi due terzi dell'economia tedesca. La mancata ripresa di questa variabile sta impedendo che la produzione cresca a buon ritmo nel medio- lungo termine. Gli esperti sostengono che la spesa delle famiglie viene frenata dalla reticenza dei tedeschi ad esporsi, in presenza di forti incertezze sul fronte occupazionale. Nel 2005, i risparmi delle famiglie sono cresciuti fino a toccare il 10,7% del Pil, il maggior tasso di crescita dal 1995. Il trend trova terreno fertile in una fase caratterizzata da una riduzione del livello medio dei salari ( verificatasi per la prima volta dall'anno della riunificazione) e da una tenuta del tasso di disoccupazione. Solo a dicembre la disoccupazione è scesa al 9,5%, lo 0,1% in meno rispetto al 2004. In siffatto scenario, la domanda estera e l'investimento nel settore industriale si sono trasformati nei nuovi pilastri dell'economia tedesca. Le esportazioni sono cresciute del 6,6% nel 2005, mentre le importazioni hanno subito un incremento del 5,1% (inferiore alla variazione percentuale del 2004, ma superiore alla media totale). Nello stesso periodo, gli investimenti delle aziende sono cresciuti del 4% (il maggior ritmo annuo dal 2000). I dati hanno spinto il governo tedesco a manifestare ottimismo, pronosticando una crescita vicina all'1,4% per l'anno in corso. L'Associazione degli industriali (DIHK) ha rivisto al rialzo la sua previsione di crescita per il 2006, portandola dall'1,5% al 2% (sulla scia della propensione delle imprese ad investire). Le cifre indicano che gli investimenti in capitale fisso dovrebbe crescere del 2,9% nel 2006, seguita da un + 3,2% nel 2007. Secondo l'OCDE, il maggior contributo verrà fornito dai non residenti. L'ottimismo del governo non viene condiviso da una parte del mondo finanziario. Un nutrito gruppo di analisti esprime la sua preoccupazione per l'andamento dei conti pubblici tedeschi: nel 2005 il deficit fiscale ha raggiunto il 3,5% del Pil (sforando per il quarto anno consecutivo il Patto di Stabilità dell'UE). I dati preliminari indicano che la Germania punta a ridurre il deficit fino al 2,5% del Pil. Angela Merkel ha già indicato la strada per raggiungere l'obiettivo: un incremento del 3% dell'Iva. A cura di www.fondionline.it