General Motors in bancarotta, è il terzo più grande crac della storia

General Motors ha depositato presso il tribunale fallimentare del distretto sud di New York il proprio bilancio, presentando la richiesta di protezione nei confronti dei creditori concessa dal Chapter 11 della legge fallimentare Usa. La casa automobilistica di Detroit è dunque ufficialmente entrata in bancarotta. Si tratta del terzo maggior dissesto di sempre negli Stati Uniti dopo quello di Lehman Brothers nel 2008 e quello di Worldcom nel 2002.
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, terrà un discorso sul futuro di General Motors alle 17.55 italiane. Secondo quanto reso noto dalla Casa Bianca, Gm riceverà nuovi aiuti pubblici per 30,1 miliardi di dollari, che porteranno il governo Usa a divenire il maggior azionista con una quota di circa il 60% della casa automobilistica. Al termine del discorso di Obama, presumibilmente attorno alle 18.15, General Motors terrà una conferenza Una conference call con gli analisti è invece in programma per domani.
Al 31 marzo scorso le passività complessive dichiarate da General Motors ammontavano a 172,81 miliardi di dollari. Lo si apprende dalla documentazione presentata oggi dalla casa automobilistica presso il tribunale fallimentare del distretto sud di New York. Le attività totali avevano invece un valore di 82,29 miliardi.
La lista dei 50 maggiori creditori presentata quest’oggi da General Motors è dominata da società finanziarie, di componentistica e dai sindacati. La prima posizione è occupata da Wilmington Trust con crediti in obbligazioni per 22,7 miliardi di dollari, seguita dai sindacati dell’Uaw con crediti per 20 miliardi. Della lista fanno parte anche società di componentistica come Delphi (110 milioni), Bosch, Johnson Controls, Magna Bridgestone, Goodyer e Continental.