Fuori dall’euro, la nuova Lira sarebbe svalutata del 60%
Un report di Ubs smentisce l’esistenza di facili ricette, delineando uno scenario drammatico nel caso in cui si dovesse giungere ad una situazione del genere. Gli analisti ritengono troppo ottimistica una svalutazione del 20% sottolineando che nessun Paese farebbe un passo del genere per ottenere un aggiustamento tanto modesto della propria posizione. Facendo un parallelo con quanto già successo in Argentina e in Uruguay, Ubs ritiene che la nuova valuta nazionale, dracma, Peso o Lira che sia, dovrebbe valere almeno il 50-60% in meno dell’euro.
I vantaggi della svalutazione verrebbero completamente annullati in un lasso di tempo brevissimo. Per l’Ubs l’abbandono dalla moneta unica provocherebbe in rapida sequenza il default dei titoli di stato e quello dei bond societari. I debiti emessi in euro rimarrebbero denominati in tale valuta e pertanto a maggior ragione non si disporrebbe delle adeguate risorse finanziarie necessarie per fare fronte al pagamento degli interessi e al rimborso dei titoli in circolazione divenuti nel frattempo più onerosi. La fiducia del Paese tra gli investitori sarebbe poi definitivamente compromessa rendendo così difficile collocare nuovi titoli sui mercati internazionali.
Anche la competitività dei prodotti commercializzati nella nuova valuta verrebbe meno. Il trattato di Maastricht non ha regolamentato l’uscita di un Paese dall’euro ma secondo l’Ubs è difficile immaginare che l’Ue rimanga indifferente. Prima di tutto la decisione di abbandonare l’euro implicherebbe anche l’uscita dall’Unione monetaria che tra i suoi obiettivi ha proprio quello di favorire l’integrazione economica. Una reazione da parte dell’Ue potrebbe essere quella di introdurre delle sanzioni economiche: ad esempio dei dazi sulle importazioni di un ammontare pari alla svalutazione della moneta, rendendo così difficile l’export verso i paesi del Vecchio Continente.