Forex: torna la propensione al rischio, dollar index sotto quota 80 punti
Le indicazioni in arrivo dalle due sponde dell’Atlantico spingono al rialzo la propensione al rischio. Dopo l’indice tedesco Ifo ed il risultato dell’asta spagnola, nella seconda parte le valute ad alto rendimento hanno beneficiato degli aggiornamenti migliori delle attese arrivati dal settore immobiliare a stelle e strisce.
Dopo una partenza sottotono la moneta unica prima ha beneficiato della crescita a 107,2 punti messa a segno dall’indice Ifo a dicembre (consenso a 106 punti) e poi ha consolidato i guadagni in scia dei risultati dell’asta indetta dal governo spagnolo. Al’indomani della manovra da 16,5 miliardi, l’esecutivo di Madrid ha collocato 5,64 miliardi di Bonos. L’operazione ha registrato un netto calo del costo della raccolta: il titolo a tre mesi ha visto il rendimento passare dal 5,11 all’1,735% mentre il tasso sul sei mesi è passato dal 5,227 al 2,435 per cento.
Il risultato dell’asta ha spinto al ribasso il differenziale di rendimento tra titoli di stato spagnoli e quelli tedeschi, in calo in questo momento del 5,2% a 312 punti base (Btp-Bund a 466pb).
Dagli Stati Uniti indicazioni positive sono invece arrivate dai dati relativi i nuovi cantieri, saliti a novembre a 685 mila unità, e dai permessi edilizi, pari a 681 mila.
In questo momento per acquistare un euro sono necessari 1,3127 dollari, lo 0,9% in più rispetto al dato precedente. Sale anche il cambio con la divisa nipponica, che con un rialzo dello 0,6% si porta a 102,06. Il dollar index, l’indice che misura l’andamento del biglietto verde contro un basket di valute, scende sotto gli 80 punti a 79,7 (-0,7%).
In particolare evidenza anche la sterlina, che sta capitalizzando il balzo dell’indice che misura le vendite al dettaglio (CBI). Il dato a dicembre è passato da -19 a 9 punti. Gli analisti avevano pronosticato un miglioramento decisamente più contenuto a -13 punti. Le indicazioni stanno sostenendo il pound, che scambia a 1,5685 nel cable (+1,1%), il cambio sterlina/dollaro.
Domani riflettori puntati sul collocamento di fondi a 36 mesi da parte della Bce. Secondo gli analisti le banche europee potrebbero richiedere complessivamente 250-300 miliardi di euro. Il prossimo p/t a 36 mesi si svolgerà il 29 febbraio 2012.