Forex: si guarda già alla Fed, nuovo record per il franco svizzero
Tutti i riflettori del mercato sono già incentrati sulla Fed. L’ultima settimana di aprile vede infatti il meeting del Fomc, in agenda domani sera, come evento chiave per capire quali sono le intenzioni per il prossimo futuro della banca centrale statunitense. Tra le valute si conferma la forza dell’euro sopra quota 1,46 dollari dopo essere sceso in nottata sotto la soglia di 1,45 dollari. Tra gli altri cross spicca il nuovo record toccato dal franco svizzero rispetto al dollaro Us a un soffio da quota 1,14.
L’annuncio sui tassi da parte della Federal Reserve sarà anticipato alle ore 18.30 poiché a partire da questa riunione è prevista una conferenza stampa post-annuncio (ore 20.15) da parte del presidente della Fed, Ben Bernanke. La Fed in tal modo intende incrementare ulteriormente la chiarezza e la tempestività delle comunicazioni di politica monetaria. In tutto quest’anno saranno 4 i discorsi post-Fomc da parte di Bernanke. I tassi sono visti invariati nel range 0-0,25 per cento. Il mercato guarderà soprattutto ai possibili riferimenti al piano di quantitative easing. Il QE2 da 600 miliardi di dollari è in scadenza il prossimo 30 giugno, e ancora è alta l’incertezza circa la possibile estensione del piano.
“Il fatto che Bernanke non sia abituato come il collega Trichet a comunicare con le agenzie ed i giornalisti economici di tutto il mondo ci spaventa un pochino – scrivono oggi gli esperti di Fxcm nella loro morning note – qualsiasi indecisione da parte del numero uno del FOMC potrebbe pesare in maniera importante sul greenback, che già non sta vivendo un buon momento di salute”.
Settimana che vede anche la prima lettura flash del pil statunitense relativo al primo trimestre 2011, in uscita giovedì con il dollaro americano che appare destinato a rimanere ancora sotto pressione per tutta la settimana. “Gli investitori si preparano al prossimo scenario senza ancora aver ben inteso se il QE2 proseguirà oltre giugno oppure no – rimarca Michael Hewson, analista di CMC Markets – . In tale contesto, le parole di Jean Claude Trichet, secondo le quali un dollaro più forte è soprattutto nell’interesse degli Usa, potrebbero essere lette come il tentativo di preservare da un ulteriore shock monetario i Paesi periferici della zona Euro e di porre un argine al rialzo dei rendimenti registrati nelle aste dei titoli di Stato dell’eurozona”.