Forex: settimana di acquisti per lo yen, il dollaro indebolito dagli aggiornamenti macro
Tornano gli acquisti sullo yen. Nel corso dell’ottava le indicazioni arrivate dai dati macro ed il clima di generale avversione al rischio hanno favorito la ricerca gli asset rifugio e di conseguenza gli acquisti sulla valuta giapponese. Nelle ultime 5 sedute il cambio euro/yen è sceso dello 0,6%, il cross con il dollaro ha evidenziato un rosso dell’1,3% e quello con la divisa australiana, direttamente legata all’andamento dei prezzi delle materie prime, ha perso il 2,5%.
Oggi si è ripetuto il copione già visto nelle ultime sedute. I relativi il mercato immobiliare statunitense nel fare affiorare nuove perplessità sulla ripresa della prima economia hanno spinto gli acquisti di asset a basso rischio e favorito il rafforzamento della divisa nipponica. A febbraio le vendite di nuove case si sono attestate a 313 mila unità, al di sotto sia del dato precedente, 318 mila, e sia del consenso del mercato (325 mila).
In questo momento il cambio con la moneta unica sale a 109,29 yen mentre quello con il greenback arretra a 82,37. Se quest’ultimo cross è penalizzato dall’aggiornamento arrivato dal mercato immobiliare, l’incrocio con l’euro guadagna terreno in scia delle dichiarazioni da “colomba” del n.1 della Bank of Japan Masaaki Shirakawa che potrebbero preannunciare un incremento del piano di stimoli monetari. In crescita, dopo tre sedute con il segno meno, l’eurodollaro, che avanza di mezzo punto percentuale a 1,3265.
Per quanto riguarda l’eurusd “il supporto passa per 1,32 e poi 1,3160 -rileva Vincenzo Longo di IG Markets- mentre la resistenza resta a 1,33” mentre per lo usdjpy “la resistenza rimane a 83, livello che ha provato a rompere senza successo nella notte, mentre l’eventuale rottura del supporto a 82 apre lo spazio ulteriori cali sino a 81,40”.
+0,5% anche per il cambio euro/dollaro canadese che si attesta a 1,3254. Oggi i dati sull’inflazione in Canada hanno rilevato un incremento del Cpi dello 0,4% mensile sia in versione completa che in quella “core”, calcolata al netto delle componenti più volatili. Nel primo caso il dato è in linea con le attese mentre nel secondo gli analisti avevano pronosticato un +0,3%.