Forex: segno meno per il dollaro, la SNB spinge il franco
Prese di beneficio sul biglietto verde. Dopo aver toccato i massimi da 11 mesi nel cambio con lo yen ed aver spinto il cross con la moneta unica a livelli che non si vedevano da un mese, seduta con il segno meno per il biglietto verde. L’intonazione ribassista è stata rafforzata dalle indicazioni arrivate dai dati macro, che hanno confermato i miglioramenti già evidenziati dalla prima economia.
Per quanto riguarda il mercato del lavoro, la scorsa settimana le nuove richieste di sussidio si sono riportate ai minimi degli ultimi 4 anni, già toccati a febbraio, in quota 351 mila unità, -14 mila nuove richieste rispetto alla precedente rilevazione. Indicazioni migliori delle attese sono arrivate anche dal manifatturiero, con gli indici regionali di Philadelphia e New York saliti rispettivamente a 12,5 ed a 20,2 punti. Dal fronte prezzi, il Ppi di febbraio ha registrato un +0,4%, contro il mezzo punto percentuale di incremento del consenso (+0,2% per l’indice “core”).
Il dollar index, che misura l’andamento del greenback nei confronti di un basket di valute, in questo momento arretra dello 0,36% a 80,278 punti. Il cambio con la divisa giapponese scende dello 0,6% a 83,32 yen mentre per acquistare un euro sono necessari 1,3074 dollari, lo 0,42% in più rispetto al dato precedente.
Tra le altre divise in evidenza nel corso della seduta troviamo il franco svizzero, che mostra i muscoli nel giorno in cui la Swiss National Bank ha confermato, in linea con le attese, il livello dei tassi Libor a tre mesi nel range 0-0,25% ed il floor a 1,2 franchi nell’incrocio con la moneta unica. La SNB ha inoltre annunciato di aver raddoppiato la stima sulla crescita economica 2012 dallo 0,5 all’1 per cento. L’euro/franco arretra dello 0,4% a 1,2077 mentre lo usdchf scende dello 0,76% a 0,9242.
Riflettori puntati anche sulla sterlina. Nonostante il taglio dell’outlook sulla tripla A da parte delll’agenzia Fitch il cambio sterlina/dollaro segna un +0,2% a 1,5681. A febbraio le nuove richieste di sussidi di disoccupazione in Gran Bretagna si sono attestate a 7.200 unità, in rialzo sia rispetto al dato di gennaio (7 mila unità) e sia rispetto alle attese (5 mila). “Il mercato del lavoro -ha commentato Vincenzo Longo di IG Markets- attualmente rappresenta l’anello debole dell’economia britannica e l’alta disoccupazione potrebbe alimentare le aspettative per un ulteriore quantitative easing da parte della Banca centrale inglese”.