Forex: le banche centrali spingono al rialzo le risk currencies
L’intervento coordinato delle principali banche centrali spinge la moneta unica. Poco dopo il giro di boa la Federal Reserve, la Banca centrale europea, la Bank of Japan, la Bank of England, la Bank of Canada e la Banca nazionale svizzera hanno annunciato che dal 5 dicembre al 1° febbraio 2013 ridurranno il tasso di interesse sulle linee di credito swap in dollari di mezzo punto percentuale.
La notizia ha immediatamente spinto al rialzo la moneta unica e le altre valute ad alto rendimento. L’eurodollaro in questo momento sale dell’1,2% portandosi a 1,3484 dopo aver toccato un massimo a 1,3532 dollari. In crescita anche l’euroyen, che con un +0,6% si attesta a 104,46 (-4,6% -2,5% per i due cross a novembre)
Della notizia hanno beneficato anche le c.d. commodity currencies. Il cambio tra il dollaro australiano ed il greenback (audusd) segna un rialzo del 2,4% a 1,0255 mentre il cross tra il dollaro neozelandese ed il biglietto verde (nzdusd) sale dell’1,9% a 0,7773. Segno meno per il dollar index, l’indice che misura l’andamento del dollaro Usa contro un basket di valute, che scende dell’1,1% a 78,138.
Il calo delle c.d. valute-rifugio era iniziato già nella prima parte, in scia del taglio di 50 punti base del coefficiente di riserva obbligatoria da parte della banca centrale cinese, e si è ulteriormente rafforzato alla luce delle indicazioni migliori delle attese arrivate dal Pmi Chicago e dal mercato del lavoro a stelle e strisce. L’indice che misura il sentiment dei direttori degli acquisti a novembre è salito a 62,6 punti mentre la stima Adp ha evidenziato un incremento delle buste paga nel settore privato di 206 mila unità (consenso 58,5 punti e +130 mila).
E sempre per quanto riguarda il mercato del lavoro, il dato preliminare ha evidenziato una crescita della disoccupazione europea ad ottobre dal 10,2 al 10,3%. Dal fronte prezzi l’inflazione europea a novembre si è confermata al 3%, il livello maggiore dall’ottobre 2008.