Forex: l’Italia affossa la moneta unica, vendite sulle commodity currencies
La tempesta in arrivo dall’Italia spedisce l’euro ai minimi da un mese. Non si ferma la speculazione sui titoli del Bel Paese, che oggi ha visto i rendimenti dei Btp a 2, 5 e 10 anni portarsi sopra la fatidica soglia del 7%, che per gli operatori (sulla scorta di quanto successo nel caso di Grecia, Irlanda e Portogallo) rappresenta l’anticamera della richiesta di aiuti finanziari. E le analogie non finiscono qui.
Il day-after l’annuncio delle dimissioni del premier Berlusconi, le vendite sui titoli targati Italia si sono accentuate in scia della notizia dell’innalzamento dei margini di garanzia da parte della londinese Lch Clearnet e dall’italiana Cassa Compensazione e Garanzia. La decisione, motivata dalla necessità delle due società di garantirsi in caso di perdite, potrebbe innescare due tipi di scenari. Da un lato potrebbe favorire ulteriori vendite, perché aumenta i costi per detenere titoli di stato italiani, ma dall’altro potrebbe ridurre le posizioni maggiormente speculative. Intanto il Ministero del Tesoro ha confermato che l’asta di 5 miliardi di Bot ad un anno in calendario per domani si terrà regolarmente.
“L’aumento dei requisiti di margine per le obbligazioni italiane -ha dichiarato Jana Pristovsek di IG Markets- ha scatenato le vendite della moneta unica e rilanciato l’ipotesi secondo cui l’Italia ha bisogno di un piano di salvataggio”. “Ma -continua l’analista- con un livello di indebitamento di 1.900 miliardi di euro, il paese è ovviamente troppo grande per essere salvato”.
Le tensioni sulla terza economia hanno ovviamente spinto al ribasso la moneta unica, che in questo momento quota sotto 1,36 dollari a 1,3593 (-1,6%). In forte calo anche l’euroyen, che con un rosso superiore al punto e mezzo percentuale scende a 105,7. Il dollar index, l’indice che misura l’andamento del biglietto verde contro un basket di valute, sale dell’1,44% a 77,69 punti.
Il clima di avversione al rischio penalizza le commodity currencies. Il cambio aud/usd scende dell’1,7% a 1,0191 mentre il nzd/usd mette a segno un -1,4% a 0,7853. Fa peggio il cambio Rand/dollaro che con un rosso di 2 punti percentuali scende a 0,12494. Oggi l’agenzia di rating Moody’s, alla luce dell’instabilità politica e del possibile deterioramento dei conti pubblici, ha annunciato di aver ridotto l’outlook sul rating sud-africano (“A3”) da “stabile” a “negativo” e di aver tagliato le stime di crescita nel medio-lungo termine.