Forex: eurodollaro recupera terreno dopo i minimi da 20 mesi
Toccati i minimi da oltre un anno e mezzo a 1,0505 dollari, l’eurodollaro non ci ha messo molto a recuperare terreno e al momento passa di mano invariato a 1,0648$. L’impatto della bocciatura delle riforme costituzionali, e le conseguenti dimissioni del premier Renzi, è stato finora decisamente limitato. “Dopo la Brexit, sono stati necessari tre giorni per scrollarsi di dosso la tensione, con Trump ci sono volute tre ore, con l’Italia tre minuti”, ha detto Guillermo Hernandez Sampere, capo del trading della tedesca MPPM EK.
La situazione appare analoga con quanto successo nel caso del voto sulla Brexit o in quello dell’elezione del nuovo presidente statunitense, se non fosse che nel nostro caso le ripercussioni sono immediate. Al Presidente Mattarella l’onere di sbrogliare una matassa dal potenziale esplosivo.
“L’esito negativo in un certo senso è stato prezzato in anticipo quindi non mi aspetto una caduta dell’euro nel breve termine”, ha detto Minori Uchida, analista valutario di Bank of Tokyo-Mitsubishi. Ma nel lungo termine la situazione è differente poiché l’esito della consultazione elettorale, prosegue Uchida, “ritarderà gli sforzi degli istituti di credito per liberarsi dei crediti problematici e potenzialmente potrebbe allargare lo spread tra i rendimenti dei Bund tedeschi e dei bond italiani”.
“Alla luce dell’attuale situazione politica della Zona Euro, credo sia virtualmente impossibile per i politici pro-integrazione completare l’architettura della moneta unica”, ha detto Stephen Gallo di BMO Financial Group. E quindi, “il rischio di una rottura della Zona Euro sono in aumento”.
Si tratta di un contesto che potrebbe spingere il cross con un biglietto verde alla prese con il processo di normalizzazione dei tassi, che potrebbe registrare un’accelerazione con la vittoria di Donald Trump, verso la parità per la prima volta dal 2002.
“Il populismo è in aumento” rileva Ben Sy, n.1 per il reddito fisso, le valute e le commodity di J.P. Morgan private bank in Asia. Si tratta di un fenomeno “destinato a minare alle fondamenta l’euro come valuta”.