Forex: l’euro torna a correre, resta forte lo yen
Prima parte della giornata inaugurale della settimana con elevata volatilità per l’euro tornato sotto area 1,29 rispetto al dollaro dopo aver testato venerdì scorso la soglia psicologica di 1,30, livello che non vedeva da inizio maggio. La moneta unica europea è subito ripartita e dopo aver toccato un minimo intraday a 1,287 dollari, alle 9.45 risulta in deciso recupero a 1,2975 dollari.
Dal fronte economico negli ultimi giorni sono proseguite le indicazioni negative. In particolare venerdì l’umore dei mercati è peggiorato decisamente dopo la forte contrazione della fiducia dei consumatori elaborata dall’Università del Michigan, scesa a luglio a 66,5 punti dai 76 di giugno alimentando ulteriormente i timori di un rallentamento della ripresa economica.
L’aumento dell’avversione al rischio ha messo le ali allo yen. La moneta nipponica ha aggiornato settimana scorsa i massimi 2010 rispetto al dollaro con cross dollaro/yen sceso con decisione sotto quota 87, “importante livello di supporto individuato a 87, livello toccato tre volte nel mese di luglio che ha sempre resistito a parte venerdì. A meno di un rialzo deciso di questo cambio, il possibile obiettivo rimane un minimo toccato lo scorso novembre a 84,90”, rimarcano oggi gli analisti di Forex Capital Markets (FXCM).
Ulteriore elemento di tensione lo ha dato Moody’s che ha abbassato il rating sovrano sull’Irlanda, portandolo da Aa1 a Aa2, e l’outlook è passato da negativo a stabile. L’agenzia di valutazione del rischio di credito ha mosso contro Dublino ravvisando un peggioramento dei parametri di finanza pubblica del Paese. Inoltre le prospettive di crescita economica risultano più basse per i prossimi tre-cinque anni con il sistema bancario nazionale ancora in difficili condizioni di salute. Nel weekend era invece arrivato l’allarme di Fmi e Ue sull’Ungheria. I negoziatori del Fondo Monetario Internazionale e dell’Unione Europea hanno concluso la loro missione in terra magiara ravvisando che il governo di Budapest dovrà intervenire in modo più radicale per ridurre il proprio deficit e garantire maggior rigore nei conti pubblici. Sono pertanto state interrotte le trattative per la concessione all’Ungheria di un piano di aiuti finanziari da 20 miliardi di euro.