Forex: l’euro si riporta sopra quota 1,35 dollari, tonica la sterlina
L’euro prova a risalire la china dopo i minimi da 3 mesi contro dollaro. Nella prima parte di seduta il +4,9% messo a segno dall’inflazione cinese a gennaio (-50pb rispetto al consenso) ha incrementato negli operatori la propensione al rischio, spingendo il cambio eurodollaro fino in quota 1,3550, dall’1,3479 di ieri.
Indicazioni positive sono arrivate anche dalle aste di titoli pubblici in Grecia e Spagna, che hanno fatto registrare rendimenti in calo. Deludenti invece i 15,7 punti dell’indice tedesco Zew a febbraio ed il +0,3% t/t (+2% a/a) messo a segno dal Pil dell’Eurozona nel quarto trimestre. In questo momento per acquistare un euro sono necessari 1,3510 dollari.
Nella seconda parte l’umore degli operatori è peggiorato dopo la pubblicazione dei dati macro statunitensi. In particolare segnaliamo il +0,3% m/m delle vendite al dettaglio a gennaio, contro il rialzo di mezzo punto percentuale pronosticato alla vigilia. Sopra le stime invece l’indicatore Empire Manufacturing (15,43 punti) e le scorte delle imprese (+0,8% m/m).
Il biglietto verde quota 83,790 yen a livelli che non si vedevano da due mesi. David Choe di IG Markets rileva come il biglietto verde stia approfittando “dei dati sull’inflazione cinese, che hanno ridotto la domanda di beni-rifugio, e dell’ottimismo che circonda la ripresa economica statunitense”. Oggi la Banca centrale del Giappone ha deciso di lasciare invariati i tassi nel range 0,0-0,1%, migliorando le stime sull’economia giapponese.
Tonica anche la sterlina, che capitalizza i dati sulla crescita dei prezzi. Dopo il +4% di gennaio, un dato doppio rispetto al target fissato dalla Banca centrale, il governatore della Bank of England, Mervyn King, nella sua lettera al Ministro delle finanze George Osborne ha evidenziato come il Cpi sia destinato a registrare valori tra il 4 ed il 5% nei prossimi mesi. L’eurgbp scende di mezzo punto percentuale a 0,8363 mentre il cable, il gbpusd, sale dello 0,8% a 1,6154.