Forex: l’euro ritraccia e si riporta nei pressi dei minimi da un mese
Un’altra giornata di vendite per l’euro. L’ottimismo generato dai cambi di governo in Italia e Grecia sembrerebbe finito e gli operatori tornano a temere per le sorti della moneta unica. Oggi i rendimenti dei decennali italiani sono tornati sopra la fatidica soglia del 7%, in genere considerato un punto di non ritorno per i conti pubblici, e l’asta spagnola ha visto il rendimento dei bond ad 1 anno salire sopra il 5%, il livello massimo dal 1997. E la Spagna è destinata a restare sotto pressione anche nei prossimi giorni, alla luce dell’asta di 7,5 miliardi di decennali (tornati sopra quota 6%) in calendario per giovedì e delle elezioni di domenica.
Indicazioni ribassiste arrivano anche dalla Germania. Dopo che il congresso della Cdu ha approvato una risoluzione che invita il governo a mettere a punto regole per permettere ad un Paese di uscire da Eurolandia, la Merkel è arrivata a dire che il Vecchio continente attraversa “il momento più duro dalla II Guerra Mondiale”. Segno meno anche per l’indice di fiducia Zew, che a novembre ha registrato la nona contrazione consecutiva attestandosi a -55,2 punti, il livello minimo dall’ottobre 2008.
L’euro/dollaro nel corso della seduta è sceso a 1,3511 dollari, non lontano dal minimo da un mese toccato giovedì scorso a 1,3483. In questo momento per acquistare un euro sono necessari 1,3523 dollari, lo 0,7% in meno rispetto al dato precedente. Il dollaro/franco sale dello 0,9% 0,9167. Thomas Jordan, Vice presidente della Swiss National Bank, oggi ha definito la moneta rossocrociata “ancora molto forte”. Nel complesso, il dollar index, l’indice che misura l’andamento del biglietto verde contro un basket di valute, sale di mezzo punto percentuale a 77,9 punti.
Per quanto riguarda gli altri dati macro della giornata, +0,2% t/t per la stima flash relativa la crescita della Zona Euro del terzo trimestre. In particolare evidenza il +0,4% francese e lo 0,5% tedesco. Per quanto riguarda i dati statunitensi, +0,5% mensile per le vendite al dettaglio (consensus +0,3%) mentre l’indice Empire State Manufacturing a novembre si è attestato a 0,6 punti, dai -8,5 precedenti. Sotto le stime i prezzi alla produzione (-0,3% m/m) e le scorte delle imprese (invariate).