Forex: euro in timido recupero dai minimi a 7 settimane, debole la sterlina
Tentativo di risalita dell’euro dai minimi a quasi 7 settimane toccati alla vigilia. A metà mattinata il cross euro/dollaro viaggia a 1,3376 dollari dal minimi a 1,3327 toccati ieri (livello più basso dallo scorso 6 ottobre). Ieri la divisa unica europea aveva pagato il flop dell’asta tedesca di Bund decennali (collocati 3,644 miliardi di euro di titoli rispetto ai 6 mld offerti con rendimento medio dell’1,98%). Le tensioni sull’obbligazionario si sono quindi spostate anche sui titoli tedeschi con il rendimento offerto dal decennale tedesco in ascesa sopra il 2,2%. Movimento che di contro sta favorendo un restringimento dello spread Btp/Bund con il differenziale che stamattina è sceso sotto quota 470 punti base. Il rendimento del Btp decennale si mantiene a quota 6,9%.
Tra le altre valute si conferma la debolezza della sterlina rispetto al dollaro con cross sceso a 1,5524 dollari. La seconda stima relativa il Pil britannico del terzo trimestre ha registrato una crescita trimestrale e annua di mezzo punto percentuale. Entrambi i dati sono in linea con le attese e con la prima stima flash.
Oggi il presidente del Consiglio italiano, Mario Monti, incontrerà a Strasburgo il presidente francese, Nicolas Sarkozy, e il cancelliere tedesco, Angela Merkel. Vertice che con ogni probabilità sarà l’occasione per discutere circa la crisi del debito dell’area euro in generale. Il ministro degli esteri francese ha anticipato che anche la questione del ruolo della Bce sarà discussa oggi a Strasburgo con la Francia favorevole a un intervento risolutivo dell’Eurotower per riportare la fiducia sui mercati, mentre la Germania si mantiene contraria ad ampliamento mandato Bce. “Notizie favorevoli su questo fronte potrebbero far recuperare un po’ di terreno all’euro, riportandolo in area 1,34 – commentano oggi gli analisti di Intesa Sanpaolo – In caso contrario si approfondirebbe invece il calo di ieri, con discesa almeno in area 1,32”.
Oggi Wall Street rimarrà chiusa in occasione del giorno del Ringraziamento. “Questo si traduce in una diminuzione della liquidità presente sul mercato – rimarcano oggi gli esperti di Fxcm – il che può manifestare due effetti principali. O un appiattimento della volatilità, con scambi rarefatti, oppure aumenti di volatilità, dovuti al fatto che operazioni di un certo calibro potrebbero spostare più facilmente i prezzi di mercato. Se dovessimo sbilanciarci in una previsione, propenderemmo maggiormente per la seconda ipotesi, in quanto il termometro della fiducia (ovvero l’obbligazionario, che a cascata si trascina dietro tutto) scotta ancora molto”. Intanto nella notte l’agenzia di rating Moody’s ha confermato il proprio giudizio tripla A sugli Stati Uniti nonostante il Congresso non sia riuscito a trovare un accordo su come tagliare il deficit federale.