Forex: euro in discesa rispetto a dollaro e yen
Quotazioni dell’euro in discesa oggi soprattutto rispetto allo yen. Il cross è sceso fino a un minimo a 1,03246 yen, livello più basso dallo scorso 10 ottobre. In calo anche il cross euro/dollaro che alle 10.35 viaggia a quota 1,3455 dollari. In difficoltà le varie valute ad alto rendimento con il dollaro australiano che consolida il movimento ribassista dopo che venerdì era tornato sotto la parità rispetto al dollaro Usa.
“Le sconfitte sulle politiche di debito su entrambe le sponde dell’Atlantico continuano a stoppare ogni possibile sentiment rialzista”, commentano oggi gli analisti di CMC Markets che menziona soprattutto le preoccupazioni legate alla testardaggine tedesca ed europea di non voler stampare moneta nè di creare una soluzione credibile per risolvere la situazione debitoria.
A tenere banco è ancora la crisi del debito con gli spread che tornano ad allargarsi. Quello Btp/Bund viaggia a 483 punti base, mentre quello spagnolo a 466 punti base all’indomani delle elezioni politiche che hanno sancito l’atteso successo del Partido Popular di Mariano Rajoy. Si allarga nuovamente anche lo spread tra Oat e Bund a 165 punti base dopo il nuovo avvertimento arrivato da Moody’s. L’agenzia statunitense ha dichiarato che l’aumento dei tassi dei titoli di stato francesi e un deterioramento delle prospettive di crescita potrebbe portare negative implicazioni sul merito di credito del Paese transalpino. A questo livello di spread il governo francese dovrebbe pagare quasi il doppio rispetto alla Germania per il finanziamento a lungo termine. Secondo Moody’s un aumento dei rendimenti di 100 punti base dei rendimenti corrisponde con un supplemento annuale di costi di finanziamento pari a 3 miliardi di euro. Un duraturo aumento dei tassi di interesse potrebbe quindi rendere molto più difficile il raggiungimento dei target di bilancio. Inoltre sulla Francia incombe il rischio legato alla crisi di debito dell’eurozona, fattore esterno in grado di condizionare negativamente la crescita del Paese, attesa dal governo all’1% nel 2012, e rendere più difficile il raggiungimento dei target di bilancio.