Forex: euro fatica a riprendersi, non lontani i minimi a 2 anni toccati a inizio giugno
Fatica a risalire la china l’euro nei confronti delle altre principali valute dopo il dietrofront della vigilia complici soprattutto le parole di Mario Draghi. Il numero uno della Bce ha espresso preoccupazione circa l’attuale andamento della congiuntura e ha lasciato capire che la prospettiva di un nuovo piano di finanziamenti alle banche (LTRO 3) non sarà presa in considerazione nel breve termine.
Il cross euro/dollaro si mantiene sotto 1,24 a 1,239 dopo aver toccato un minimo a un mese ieri a 1,2364. Non lontani i minimi a due anni toccati a inizio giugno a quota 1,2287 dollari. “L’agile rottura dell’importante supporto 1,2441 rende il cambio vulnerabile e genera rischi verso il basso”, rimarca oggi Asmara Jamaleh di Intesa Sanpaolo che indica come i supporti successivi sono a 1,2346 e 1,2288, dopodiché si apre la strada per 1,20. “La reazione così ampia dell’euro non riflette solo il ridursi del differenziale tassi – commenta l’esperta sui mercati valutari di Intesa Sanpaolo – ma anche il permanere di un certo grado di incertezza in merito ad alcune questioni aperte sulla crisi del debito e alle deboli condizioni economiche dell’area a prescindere dalla crisi”.
Si mantiene poco sotto la soglia psicologica degli 80 yen il cross dollaro/yen. Il primo ministro Noda ha incontrato oggi a Tokyo la direttrice generale del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde, rimarcando come la crisi del debito europea sta penalizzando l’economia giapponese specialmente guardando ai livello a cui quota lo yen, percepito dagli investitori come valido asset rifugio. Noda ha rimarcato come attualmente lo yen sia a livelli troppo elevati se si guarda ai fondamentali. La Lagarde ha detto invece che un intervento sui mercati vendendo yen è giustificabile, ma previa una consultazione con gli altri Paesi. Intanto oggi la Bank of Japan, per la prima volta dal 2009, ha alzato le stime di crescita economica su tutte le 9 regioni del Paese, rimarcando come la decisione è frutto del rafforzamento delle spese per consumi e dal rimbalzo della domanda dopo il terremoto/tsunami del marzo 2011.
Intanto oggi il mercato guarderà con estrema attenzione ai dati sul mercato del lavoro Usa in arrivo alle 14.30. Nel mese di giugno il consensus si attende una creazione di 100.000 posti di lavoro nei settori non agricoli, in recupero rispetto al mese precedente (+69mila le payrolls a maggio). Il tasso di disoccupazione dovrebbe invece rimanere stabile all’8,2%. In mattinata da segnalare in uscita anche la rilevazione sulla produzione industriale in Germania nel mese di maggio.
“Un dato deludente riproporrebbe la questione di un altro Quantitative Easing – rimarcano oggi gli analisti di CMC Markets – con una lettura del dato sopra 100 000 supporterebbe una serie di acquisti sul Dollaro Usa e su quello Austrialiano in quanto diminuirebbero le aspettative di un nuovo QE, mentre una pubblicazione a 50 000 risulterebbe negativa per gli asset più rischiosi sui timori di uno stallo economico”.