Forex: euro ai minimi storici contro le commodity currencies
Gli operatori scommettono su nuove misure di stimolo e spingono al rialzo le commodity currencies. Segno più per le valute legate all’andamento delle materie prime che capitalizzano le nuove misure di stimolo che potrebbero essere annunciate nei prossimi giorni dalle banche centrali.
Sul valutario spicca in particolare il cambio euro/dollaro australiano, che oggi ha aggiornato i minimi storici scendendo a 1,1644. L’aussie beneficia dell’ottimismo degli operatori e dell’aggiornamento arrivato dal settore immobiliare dove i permessi edilizi, dopo il +27% messo a segno nella precedente rilevazione, hanno evidenziato un calo decisamente limitato (-2,5%). Si tratta di un aggiornamento particolarmente importante perché testimonia la vitalità dell’economia australiana e potrebbe indurre la Reserve Bank of Australia a confermare l’attuale costo del denaro.
In scia anche il Kiwi, il dollaro neozelandese, sceso oggi ad un minimo intraday di 1,5120, non lontano dagli 1,5111 nzd del nuovo minimo storico fatto registrare ieri. Andamento simile anche per il dollaro canadese, che dopo gli 1,2268 cad di ieri oggi ha toccato 1,2270. Il Pil canadese a maggio ha registrato un incremento dello 0,1% mensile, al di sotto del +0,2% del consenso.
Lieve segno più invece per l’eurodollaro, che sale dello 0,2% a 1,2284, e +0,4% per il cambio con la divisa nipponica che si porta a 96,14 yen. Per quanto riguarda l’eurusd “il cross -ha commentato Vincenzo Longo di IG Markets Italia- dopo un test a 1,2250 questa mattina, si è portato al ridosso dell’1,23. La principale resistenza si colloca ora a 1,24, mentre il supporto rimane sui minimi di seduta e successivamente a 1,2150”.
Questa mattina il dato relativo la disoccupazione in Europa ha aggiornato il nuovo massimo storico attestandosi all’11,2% mentre l’inflazione a luglio si è confermata al 2,4% annuo. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, meglio del previsto gli aggiornamenti relativi la fiducia dei consumatori (65,9 punti), il Pmi (53,7 punti), i prezzi delle abitazioni (-0,7% a/a per l’indice S&P Case Shiller) ed i redditi personali (+0,5%). In linea con le stime il costo del lavoro (+0,5% t/t) ed l’indice dei prezzi delle spese per consumi personali (PCE) che in versione “core”, quella cioè depurata delle componenti straordinarie, ha messo a segno un +0,2% mensile. Peggio delle attese solo il dato relativo le spese personali che a giugno non hanno fatto registrare variazioni congiunturali.