Forex: il dollaro si conferma protagonista, segno meno per la corona norvegese
Le indicazioni sostanzialmente positive arrivate dalla riunione della Fed ed i risultati degli stress test continuano a sostenere l’andamento del biglietto verde. Ancora acquisti sul dollaro che oggi beneficia delle indicazioni emerse dall’ultima riunione del board della Banca centrale Usa, che nel sottolineare i miglioramenti registrati dall’economia negli ultimi mesi ha fatto diminuire drasticamente le possibilità di un nuovo round di allentamento quantitativo, e dei risultati positivi degli stress test sul comparto bancario.
Per quanto riguarda l’Europa, oggi il Presidente dell´Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, ha annunciato in una nota che i Paesi membri hanno “formalmente approvato” il secondo pacchetto di aiuti da 130 miliardi destinato ad Atene. “Gli Stati membri -si legge nel comunicato- hanno inoltre autorizzato l´EFSF a svincolare la prima rata da 39,4 miliardi”. “Il secondo piano di aiuti costituisce un´opportunità unica per la Grecia -continua la nota di Juncker- che non va sprecata”.
Il dollar index in questo momento quota in rialzo di mezzo punto percentuale a 80,57 punti ed a livello di singoli incroci -0,4% per l’eurodollaro a 1,3022. “Il cross -rilevano gli analisti di IG Markets- sembra ormai vedere sempre più vicino l’obiettivo di 1,30, area dove potrebbe trovare temporaneo supporto, prima di tentare la rottura la ribasso. La resistenza resta collocata a 1,31”. Sale invece ai massimi da aprile il dollaroyen che scambia a 83,62 (+0,8%). “La resistenza -prosegue la nota di IG Markets- resta a 84 e poi a 85, mentre il supporto resta a 83 e poi 82,50”.
Giornata di vendite anche per la corona norvegese, spinta al ribasso dall’inatteso taglio del costo del denaro deciso dalla Banca centrale dall’1,75 all’1,5 per cento. Il cambio dollaro/corona in questo momento avanza di oltre 2 punti percentuali a 5,8211.
Per quanto riguarda le indicazioni arrivate dai dati macro del pomeriggio, +0,4% mensile per i prezzi delle importazioni statunitensi, al di sotto del +0,6% del consenso, mentre il deficit delle partite correnti negli ultimi 3 mesi ha evidenziato un’inaspettata crescita, almeno nelle proporzioni, da 110,3 a 124,1 miliardi di dollari.