Forex: il dollaro in calo, bene le commodity currencies
Il ritorno della domanda di asset rischiosi penalizza il dollaro. Le buone notizie in arrivo da Italia e Germania riportano gli acquisti sui mercati finanziari e spingono al rialzo la moneta unica. Ne fa le spese il dollaro, con il dollar index, l’indice che misura l’andamento del biglietto verde contro un basket di valute, che quota in calo dello 0,4% portandosi a 75,6 punti.
Per quanto riguarda il nostro Paese, alle 20 è previsto il voto di fiducia al Senato. Il maxi-emendamento nel 2011 avrà un impatto di 700 milioni che diventeranno 4,34 miliardi nel 2012, 4,29 nel 2013 e per 4,38 miliardi l’anno seguente. Tra i punti salienti troviamo l’aumento dell’Iva, che salirà dal 20 al 21%. Buone notizie anche dalla Germania, dove la Corte costituzionale ha respinto il ricorso avanzato per bloccare la partecipazione del Paese al piano di salvataggio della Grecia e la produzione industriale a luglio ha messo a segno un rialzo mensile del 4%.
Sul valutario l’eurodollaro sale dello 0,3% a 1,4053. Nel corso della seconda parte la moneta unica ha parzialmente ritracciato i guadagni a seguito delle dichiarazioni del premier finlandese, che ha ribadito che il suo Paese potrebbe non contribuire al secondo pacchetto di aiuti per la Grecia se non verranno fornite garanzie collaterali.
Sale anche il cross contro il franco, che il day-after l’intervento della Banca centrale svizzera si attesta a 1,2078. Ieri la Swiss National Bank ha annunciato di aver fissato il cambio con la moneta unica a 1,2, un livello definito dalla Banca “sopravvalutato”. Debole anche lo yen, che si muove in scia della moneta rossocrociata portandosi a 108,69. Nei prossimi giorni sarà interessante seguire i movimenti della moneta nipponica, che potrebbe esser messa ancora più sotto pressione dall’intervento della SNB.
Segno più anche per le commodity currencies. Il dollaro australiano scambia a 1,0612 dollari Usa mentre il cambio usdcad scende a 0,9876. Le due valute beneficiano del ritorno della propensione al rischio e delle indicazioni positive arrivate dai dati macro.
Nel secondo trimestre il Pil australiano ha messo a segno una crescita dell’1,2% rispetto ai tre mesi precedenti e dell’1,4% su base annuale. In entrambi i casi i dati sono risultati migliori delle attese (+1% e +0,7%). Il loonie capitalizza invece le indicazioni decisamente sopra le attese arrivate dal Pmi. L’indice redatto dalla Purchasing Management Association of Canada e dalla Richard Ivey School of Business, che misura il sentiment dei direttori degli acquisti, ad agosto è inaspettatamente salito a 57,6 punti. Sempre per quanto riguarda il Paese nordamericano, oggi la Bank of Canada ha confermato come da attese e per l’ottava volta consecutiva, il costo del denaro all’1%.