Forex: dollaro cavalca forti vendite al dettaglio Us in attesa della Fed
Nuovo spunto rialzista del dollaro Usa sui mercati valutari in scia ai positivi riscontri macro arrivati dalle vendite al dettaglio statunitensi che a febbraio sono salite dell’1,1%. Si tratta del ritmo più elevato degli ultimi 5 mesi. Il cross euro/dollaro dopo la diffusione del dato è scivolato sui minimi a quasi un mese a quota 1,3052. Biglietto verde che guadagna terreno soprattutto rispetto allo yen aggiornando i massimi dallo scorso aprile (il cross $/Y ha toccato un massimo intraday a quota 82,87 yen).
Il mercato guarda con attenzione all’annuncio sui tassi da parte della Federal Reserve, in agenda alle 19.15. Le attese sono per tassi invariati con il rafforzamento del mercato del lavoro registrato negli ultimi mesi che allontana l’ipotesi di un nuovo piano di allentamento quantitativo, come fatto intendere dal discorso di Ben Bernanke a fine febbraio. Secondo alcuni analisti la conferma nei prossimi mesi del trend di decrescita del tasso di disoccupazione potrebbe anche indurre la Fed a ripensare il suo impegno a mantenere i tassi fermi fino a fine 2014. “Nonostante il trend in miglioramento dei dati economici a cui abbiamo assistito negli ultimi mesi, riteniamo che sia prematuro aspettarsi che la Fed rinunci alla decisione di mantenere tassi di interesse bassi almeno fino al 2014. Dopo tutto, solo sei settimane fa la stessa Fed ha esteso di un anno il periodo di tassi base previst”, è il commento di Audrey Childe-Freeman, Global Head of Currency Strategy di J.P. Morgan Private Bank. L’esperto valutario della banca Usa prevede che “se la Fed confermasse uno scenario di tassi bassi fino al 2014, questo dovrebbe favorire il rafforzamento del cambio euro/dollaro.
La Fed dovrebbe quindi prendere atto del miglioramento del contesto economico “e si attendono parole anche su ulteriori stimoli monetari, che non dovrebbero essere previsti nel breve”, rimarca la nota odierna di Fxcm. Un quadro del genere secondo Fxcm potrebbe essere supportivo per il dollaro “soltanto a causa del fatto che non si prevedono ulteriori iniezioni di liquidità, ma ci si dovrebbe limitare al breve periodo a livello di effetti”.