Forex: crescenti tensioni in Medio Oriente spingono investitori verso yen e dollaro
Le tensioni in Medio Oriente condizionano anche i mercati valutari. L’accelerazione ribassista dei mercati azionari sta spingendo al ribasso anche l’euro,mentre si rafforzano le valute rifugio (yen e dollaro).
Le tensioni in Libia sono salite ulteriormente nella notte dopo il discorso del figlio di Gheddafi che ha promesso riforme, minacciando però la guerra civile se la rivolta non si fermerà. Del dittatore libico Muhammar Gheddafi non si hanno più notizie e secondo Al Jazeera sarebbe scappato in Venezuela.
L’euro viaggia sui minimi di giornata rispetto al dollaro a 1,3666 dopo che aveva toccato un massimo a 1,371 dollari. Moneta unica europea che cede lo 0,25% rispetto allo yen.
Non sono servite le convincenti indicazioni arrivate da Ifo tedesco e Pmi eurozona. L’indice tedesco Ifo sul clima degli affari a febbraio si è attestato a 111,2 punti dopo i 110,3 punti della precedente rilevazione. Le stime degli analisti erano ferme a 110,3 punti. L’indice Ifo che ha raggiunto i nuovi massimi storici nella seconda rilevazione del 2011.
La stima flash relativa l’indice Pmi manifatturiero dell’Eurozona a febbraio ha registrato 59 punti. Il consenso era a 57 punti. Oltre le attese anche il Pmi relativo il settore manifatturiero tedesco. A febbraio la lettura preliminare ha evidenziato un rialzo a 62,6 punti. Il consenso era a 60,3 punti.
Lorenzo Bini Smaghi, membro del consiglio della Bce, oggi ha ribadito che l’inflazione preoccupa e gli ultimi rialzi dei prezzi alimentari potrebbero essere permanenti. “La Bce è chiamata a prendere le giuste decisioni per mantenere l’inflazione sotto controllo”, ha detto Bini Smaghi. Venerdì scorso Bini Smaghi aveva dichiarato che la Bce potrebbe alzare i tassi per contrastare le pressioni inflazionistiche.