Fondo salva-stati (EFSF): in arrivo dalla Cina un salvagente da 100 miliardi di euro

Alla fine il cavaliere bianco dell’Europa potrebbe avere davvero gli occhi a mandorla. Secondo il Financial Times, infatti, il governo di Pechino sarebbe pronto ad investire dai 50 ai 100 miliardi di euro nel fondo salva-stati europeo – l’EFSF rinnovato dall’ultimo summit Ue – purchè l’Europa sia in grado di fornire adeguate garanzie.
Le condizioni del salvataggio
“E’ interesse strategico della Cina aiutare l’Europa”, hanno riferito le fonti citate dal quotidiano britannico, “poiché è il partner commerciale principale della Cina, ma la più grande preoccupazione del governo è quella di spiegare questa decisione alla gente. L’ultima cosa che vogliamo”, avvertono, “è gettare via le ricchezze del Paese ed essere considerati solo come una fonte di denaro facile”.
Vogliono garanzie finanziarie e politiche, dunque, i salvatori cinesi, non disposti (riporta ancora l’FT) a sopportare che i leader europei critichino la politica monetaria della seconda potenza economica mondiale. Un punto che non ha mancato di suscitare in passato tensioni tra partner commerciali occidentali ed orientali, in quanto spesso torna a tutto vantaggio di questi ultimi. E probabilmente, in cambio della mano tesa, appena possibile i “salvatori” pretenderanno il contraccambio: ad esempio, quel riconoscimento dello status di economia di mercato con 4 anni di anticipo rispetto alla naturale scadenza fissata dal trattato della WTO che consentirebbe alla Cina di beneficiare di maggiori vantaggi commerciali.
Klaus Regling, direttore generale dell’EFSF, va a Pechino
Le garanzie dovrebbero essere assicurate dalla struttura del nuovo EFSF, e ancor più dall’impegno concreto dei Paesi dell’Euro a sanare i propri conti per non dover ricorrere al fondo di salvataggio. Secondo il quotidiano britannico, in più, la Cina potrebbe chiedere anche che parte dell’investimento nel fondo salva-stati possa essere effettuato in yuan, per proteggersi contro le fluttuazioni dei cambi valutari. La Cina, del resto, ha già oltre 500 miliardi nel debito dei Paesi della zona Euro, e altri 3200 miliardi di dollari in valuta estera pronta ad essere investita, però prima di lanciarsi in questo nuovo affare probabilmente vorrà capire come funzionerà esattamente il fondo e l’eventuale “special purpose veihicle” che verrà creato per raggiungere la cifra stabilita di 1000 miliardi di euro.
Intanto, secondo il Sole 24 Ore, il direttore del EFSF Klaus Regling non si attende una definizione rapida della questione. Regling si è recato oggi a Pechino per incontrare i vertici del ministero delle Finanze e della People’s Bank of China, probabilmente proprio per parlare dell’eventuale investimento e delle sue condizioni.