FMI: si conclude il meeting di Tokyo, 461 miliardi la dotazione attuale del Fondo

Si è concluso a Tokyo il meeting tra Fondo Monetario Internazionale e Banca Mondiale che ha visto negli ultimi giorni confluire nella capitale nipponica gran pare degli eponenti della politica e dell’economia internazionale, per fare il punto della congiuntura globale.
L’economia mondiale rallenta, e permangono incertezze e rischi al ribasso, dice la nota del Fmi conclusiva del convegno, che, insieme all’apprezzamento per quanto fatto dai vari Paesi, e in particolare dalla Bce per il suo programma antispread, aggiunge però che sono necessari ulteriori passi avanti per assicurare una ripresa sostenibile. Cruciali per le economie avanzate sono politiche fiscali “credibili” sul medio termine: chiaro il riferimento al “fiscal cliff” americano, ma il monito si rivolge anche ai Paesi dell’Eurozona. Per il Giappone, è necessaria un’azione di risanamento dei conti, mentre le economie emergenti devono essere flessibili nelle politiche a sostegno della crescita. In conclusione del meeting, il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde ha reso noto che il Fondo ha ora a disposizione 461 miliardi di dollari da distribuire in caso di bisogno. L’ultimo Paese a contribuire è stata l’Algeria, con 5 miliardi di dollari.
Debito mondiale ai massimi dall’ultima guerra. La preoccupazione principale di Fondo Monetario Internazionale e Banca Mondiale è il debito sovrano, che nelle economie avanzate ha raggiunto “il livello più alto della Seconda Guerra mondiale”. Lagarde ha invitato le economie ad attuare le riforme necessarie per superare la crisi e rilanciare la crescita sufficiente a generare posti di lavoro per i milioni di disoccupati. Un modello potrebbe essere quello dell’Asia: “il dinamismo asiatico simboleggia il futuro”, ha dichiarato Lagarde. Secondo il direttore dell’istituto di Washington, sono tre le tappe nella strada del futuro: andare oltre la crisi e ripristinare la crescita, completare la riforma del settore finanziario e affrontare le disuguaglianze.
Previsioni di crescita riviste al ribasso. Secondo le ultime previsioni, che tengono conto di nuovi rischi e peggiori prospettive per l’economia, la crescita globale sarà quest’anno del 3,3% e del 3,6% l’anno prossimo. Sul 2012 la stima è stata abbassata di 0,2 punti percentuali, sul 2013 di 0,3 punti. Per gli Stati Uniti le stime sono per una crescita del 2,2% nel 2012 e del 2,1% nel 2013. Per quanto riguarda l’Eurozona, il Prodotto interno lordo dovrebbe diminuire dello 0,4% nel 2012, mentre dovrebbe rimanere piatto nel 2013 (+0,2%).
Ottimismo da Mario Draghi. Intervenuto al meeting, il governatore della Bce Mario Draghi ha affermato che “ci sono segnali d’ottimismo” per l’Eurozona. “La situazione è difficile ma migliore di quella dell’inizio dell’anno”, ha affermato il numero uno dell’Eurotower, sicuro che l’Eurozona sia giunta ad un punto di svolta, e che potrebbero volerci uno o due anni per raggiungere l’unità del sistema di vigilanza bancaria in Europa.
Per quanto riguarda l’Italia, il Fmi ha avuto parole benevole per la legge di stabilità del governo Monti, sia per quanto riguarda la redistribuzione del carico fiscale (che va “nella direzione giusta”) sia per i possibili riflessi sul’occupazione.
Secondo il ministro dell’Economia Vittorio Grilli, intervenuto al meeting, la recessione toccherà il fondo nei primi tre mesi del 2013, ma poi si tornerà a crescere.. Il ministro ha sottolineato che lo stimolo arriverà da export e investimenti, e ha rimarcato come la disoccupazione sia alta ovunque, ma in Italia sia inferiore alla media europea.
Ha parlato a Tokyo anche il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, affermando che quella del 2013 sarà sì una ripresa, ma debole. Quanto agli istituti di credito italiani, il presidente di Bankitalia ha affermato che sono diversi da quelli spagnoli, perchè non esposti ad un solo settore di attività, quindi sono gravati “dalla diffusa caduta dell’attività produttiva”. Sull’unione bancaria europea, Visco l’ha definita un primo passo necessario che deve essere seguito da un’unione economica e poi, forse, dall’unione politica.
Secondo il ministro dell’Economia Vittorio Grilli, intervenuto al meeting, la recessione toccherà il fondo nei primi tre mesi del 2013, ma poi si tornerà a crescere.. Il ministro ha sottolineato che lo stimolo arriverà da export e investimenti, e ha rimarcato come la disoccupazione sia alta ovunque, ma in Italia sia inferiore alla media europea.
Ha parlato a Tokyo anche il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, affermando che quella del 2013 sarà sì una ripresa, ma debole. Quanto agli istituti di credito italiani, il presidente di Bankitalia ha affermato che sono diversi da quelli spagnoli, perchè non esposti ad un solo settore di attività, quindi sono gravati “dalla diffusa caduta dell’attività produttiva”. Sull’unione bancaria europea, Visco l’ha definita un primo passo necessario che deve essere seguito da un’unione economica e poi, forse, dall’unione politica.
Per i prossimi anni il Fmi ha rivisto al ribasso le stime di crescita dell’Italia, per una contrazione del 2,3% nel 2012 (contro il -1,9% previsto a luglio), e dello 0,7% nel 2013 (contro il -0,3% previsto in precedenza). Nei giorni scorsi, l’istituto di Washington ha già espresso il suo appoggio all’azione del governo Monti, riconoscendo gli sforzi fatti finora per ridurre il deficit pubblico, tanto che l’Italia figura, insieme a Danimarca, Finlandia, Germania e Svezia tra i Paesi europei che entro il prossimo anno raggiungeranno gli obiettivi di medio termine concordati con l’Unione europea.