Fmi: crescita ancora sfuggente nell’Eurozona, per Italia priorità è la riforma del lavoro
Sono due le riforme che il Fondo monetario internazionale indica prioritarie per l’Italia: migliorare il funzionamento del mercato del lavoro e accelerare la concorrenza nel mercato dei prodotti. Lo rende noto l’istituto guidato da Christine Lagarde nel rapporto Articolo IV dedicato all’Eurozona. Più nel dettaglio, l’Fmi raccomanda al Belpaese di “chiarire le condizioni per il reintegro via processo giudiziario”, “introdurre contratti flessibili a tempo indeterminato”, “promuovere la contrattazione aziendale”, “considerare le differenze regionali nelle retribuzioni pubbliche” e “sostenere la flessibilità salariale nel settore privato”. Inoltre, il Fondo in merito alla concorrenza ha focalizzato l’attenzione sulla “la necessità di ulteriori passi avanti nelle privatizzazioni, in particolare dei servizi pubblici locali”.
Rimane invece “sfuggente” la ripresa nell’Eurozona, nonostante i molti progressi messi a punto dalle autorità e nonostante le azioni e gli strumenti di questi mesi abbiano ridotto importanti rischi di colpi di coda della crisi e diminuito le tensioni estreme dei mercati: un esempio sono state le mosse della Bce a favore della banche dell’Eurozona, in special modo di quelle appartenenti ai paesi periferici. Gli interventi dell’Eurotower hanno consentito, con i prestiti triennali (Ltro) di ridurre il deficit di raccolta dopo che, per l’avversione al rischio, i tradizionali canali di funding si erano chiusi. Per l’Fmi, il Pil del Vecchio continente subirà quest’anno una contrazione dello 0,6% prima di espandersi di un modesto 0,9% nel 2014. I mercati, rileva l’istituto internazionale, sono ancora frammentati, le banche sono restie a fare credito e le famiglie rimandano le decisioni di spesa. Inoltre il consolidamento dei conti pubblici pesa sulla crescita economica. E avverte: “A causa dello spazio limitato per le misure politiche, del debito pubblico alto e ancora crescente e della sostanziale debolezza economica, un ulteriore shock negativo, domestico o esterno, potrebbe severamente impattare sulla crescita“. In particolare, segnala il rapporto, “c’è un alto rischio di stagnazione, specialmente per le economie periferiche“.
Il Fondo consiglia poi alla Bce di tenere in canna un taglio dei tassi d’interesse nel caso in cui le condizioni economiche dovessero peggiorare sostanzialmente, e parallelamente sprona le autorità a procedere “con urgenza” sulla strada delle riforme strutturali, a definire una vera unione bancaria e a utilizzare “maggiore flessibilità”. il Fondo definisce poi una volta per tutte l’imperativo per l’Eurozona: “rafforzare la crescita e creare posti di lavoro, nell’ambito di una strategia comprensiva mirata anche a risanare i bilanci delle banche“.