Fitch: guidance Bce può scatenare bail-in. A rischio almeno 35 banche, Italia sull’attenti
Un nuovo alert per i detentori di obbligazioni senior arriva da Fitch. In una nota pubblicata oggi, l’agenzia di rating avverte che “in casi estremi la guidance con cui la Bce chiede alle banche dell’Eurozona, alle prese con elevati livelli di NP, di puntare su target ambiziosi di riduzioni quantitative (dei crediti deteriorati) in un arco di tempo, potrebbero portare le più deboli ad avvicinarsi al processo formale di risoluzione (bail-in), scatenando perdite per i detentori di obbligazioni senior“.
Ancora, Fitch scrive:
“Crediamo che ci siano limiti nella velocità con cui la Bce possa costringere alcune tra le banche più deboli a ridurre gli npl, senza cristallizzare quei buchi di capitale che potrebbero non essere capaci di affrontare in via privata”. Invece, “nel caso in cui i requisiti severi venissero rispettati, sarebbe possibile per alcuni istituti ricorrere alla ricapitalizzazione precauzionale con i fondi dello Stato”.
La nota continua, ricordando che la Bce non ha detto “in che modo determinerà ‘le banche con alti npl’ soggetti alla guidance, ma Fitch calcola “che almeno 35 tra le 125 note come “istituzioni significative”, che sono sotto la supervisione diretta della Bce, abbiano livelli di npl doppi rispetto alla media in Eurozona, stando ai dati dell’Eba (Autorità bancaria europea). Sono banche che si trovano soprattutto in Grecia, Irlanda, Italia, Portogallo e Spagna, ma alcune operano in economie più positive, nel nord dell’Europa”.
Fitch ricorda che:
“la guidance (della Bce), pubblicata lo scorso 20 marzo, rappresenta un passo ulteriore nello sforzo della Bce volto a spingere le banche a ridurre i loro NPL (il cui valore, alla fine di settembre 2016, era di 921 miliardi) e dunque per migliorare la solidità complessiva del settore bancario dell’Eurozona”.
L’agenzia di rating non ritiene che il bail-in rappresenti necessariamente un male, e nel suo report precisa che in alcuni paesi, se gestito con attenzione, possa aiutare il sistema finanziario. In altri, tuttavia, e in particolar modo in Italia, le difficoltà sono maggiori e di ordine politico, visto che con la risoluzione degli istituti si imporrebbero perdite a una “grande platea di obbligazionisti retail domestici”.