Notizie Finisce l’era dei tassi zero, dollaro in rafforzamento

Finisce l’era dei tassi zero, dollaro in rafforzamento

17 Dicembre 2015 16:10

Dollaro in rafforzamento all’indomani della decisione della Federal Reserve di avviare il processo di normalizzazione del costo del denaro. Ieri l’istituto con sede a Washington ha decretato la fine dell’era dei tassi zero (ZIRP, Zero interest-rate policy) alzando il tasso sui Fed Funds di 25 punti base allo 0,25-0,5 per cento. La stretta monetaria, che segnala la fiducia dell’istituto con sede a Washington nell’economia statunitense, sta spingendo al rialzo l’indice del dollaro, in aumento di oltre un punto percentuale a 98,965 punti.

-0,6% per l’eurodollaro che si porta a 1,0843 usd, +0,39% del dollaroyen che sale a 122,68 jpy, e -0,6% del cable, il cambio sterlina/dollaro, a 1,4905. Guadagni più consistenti nei confronti delle commodity currency: l’aud/usd arretra di un punto e mezzo percentuale a 0,7117 mentre il cross con il dollaro neozelandese segna un -1,34% a 0,6704 usd.

“La Fed ha alzato il costo del denaro per la prima volta dal 2006 senza -come hanno rilevato i nostri economisti- ricorrere a messaggi da ‘colombe’ “, si legge un report elaborato da Goldman Sachs. Si tratta di un atteggiamento “in linea con la nostra aspettativa ‘hike it and like it’ e i mercati hanno risposto nella maniera attesa”. “Il punto di svolta -continua il report di GS- è stato rappresentato dalla conferenza stampa di Janet Yellen […] in cui ad essere enfatizzate sono state la solidità del sistema finanziario e la forza dell’economia”.

Maggiore cautela quella che arriva da Minori Uchida della Bank of Tokyo-Mitsubishi UFJ: “la fase di rafforzamento del dollaro potrebbe continuare ancora per un po’ in scia dell’incremento dei tassi, ma poi (il biglietto verde, ndr) potrebbe pesantemente ritracciare”. “Il mercato -continua Uchida- è passato in fase ‘rischio’ […] ma alla luce di un rialzo dei tassi statunitensi in un contesto di debolezza della crescita globale, esiste la possibilità di sporadici ritorni dei fattori legati all’avversione al rischio”.