Fiducia istituzionali più bassa che dopo il crack Ltcm
L’indice di fiducia degli investitori istituzionali è sceso a un livello più basso di quello a cui era arrivato nel 1998 a seguito del default del debito russo e la conseguente crisi del fondo hedge Long Term Capital Management. Dopo che il contagio dai subprime si è esteso a Wall Street, ora il timore è che ci sia un altro passaggio, questa volta verso uno scivolone dell’economia e un collasso nella fiducia dei consumatori.
E’ questo il messaggio proveniente dall’ultimo State Street Investor Confidence Index. L’indice globale è sceso di 7,7 punti a 74,3 punti. Si tratta della terza diminuzione mensile consecutiva e la seconda più bassa lettura dal settembre 1998.
“I segnali di avversione al rischio sono ovunque”, spiega in una nota di commento Andrew Capon di State Street Global Markets. Si va da un affievolirsi del carry trade, “gli investitori istituzionali hanno ora un modesto sovrappeso sullo yen giapponese per la prima volta dal giugno 2006”, alla salita dei tassi interbancari “il Libor a tre mesi sulla sterlina è salito al 6,49%, che è solo 17 punti più basso di quanto raggiunto il 17 agosto scorso, il supposto apice della crisi del credito e il giorno in cui la Fed ha tagliato il tasso di sconto di 50 punti base”, fino ad arrivare alla previsione indicata dai future sui Fed funds di un taglio in dicembre seguito da altri nel 2008. E qui c’è un altro parziale parallelo con il caso Ltcm. “Allora come oggi – spiega Capon – la Fed taglia aggressivamente i tassi d’interesse. Quella crisi finanziaria fu di breve vita e l’indice globale risalì in novembre e dicembre. L’attuale attacco di apprensione è più persistente”.
Lo State Street Investor Confidence Index è sviluppato tramite la partnership di ricerca tra State Street Global Markets e il professore della Harvard University K. Froot e misura la fiducia degli investitori su base quantitativa, analizzando i parametri di compravendita reale degli investitori istituzionali. L’indice si basa sulla teoria finanziaria che assegna un significato preciso alle variazioni del sentiment nei confronti del rischio degli investitori, o alla disponibilità degli investitori a investire proporzionalmente una maggiore o minore quantità del proprio portafoglio in azioni. Tanto maggiore sarà la quota del portafoglio che gli investitori istituzionali sono disposti a destinare alle azioni, quanto più elevate saranno propensione al rischio o fiducia.