Fiat, strada in discesa verso l’accordo con Chrysler
L’accordo tra Fiat e Chrysler si fa sempre più vicino. Nel fine settimana le due case automobilistiche hanno compiuto nuovi passi per raggiungere entro la scadenza, fissata al 30 aprile, l’accordo di alleanza.
Dopo la firma dei sindacati canadesi della Caw, arrivata settimana scorsa, anche i sindacati statunitensi della Uaw hanno accettato la proposta del Lingotto. Per i lavoratori canadesi, i sacrifici sono equivalenti alla perdita di 40 minuti al giorno di retribuzione, mentre i colleghi statunitensi vedranno una riduzione del costo del lavoro di circa 19 dollari all’ora, diminuendo così la differenza con gli addetti alle fabbriche di Toyota in Usa. L’accordo con i sindacati in America corrisponderebbe a circa 400 milioni di dollari di risparmio.
Un bel colpo per gli uomini del Lingotto, che ora dovranno cambiare tavolo di trattative passando a quello con le banche. La strada verso l’alleanza con il gruppo di Detroit è infatti ancora sbarrata dagli istituti di credito, che devono rispondere all’offerta del Tesoro Usa: 1,5 miliardi di dollari più il 5% della “nuova Chrysler”. Una proposta non facile da far accettare visto che le banche si erano dette disponibili a mantenere 4,5 miliardi di debito in cambio di una quota del 40% della casa automobilistica ristrutturata. Barack Obama dovrà esercitare tutta la sua influenza se vorrà nel suo discorso alla nazione, previsto per mercoledì prossimo, annunciare anche l’esito di questa operazione. Il sito del New York Times ha riportato nel fine settimana, che il Tesoro americano starebbe preparando il Chapter 11 per Chrysler, ossia una bancarotta pilotata.
Ma non è tutto. L’alleanza si fa più complicata anche per l’entrata di un altro interlocutore attorno al tavolo delle trattative. La tedesca Opel, controllata dell’altro colosso di Detroit, General Motors, potrebbe essere acquistata dal gruppo di Sergio Marchionne. L’ipotesi ha scatenato già alcuni dubbi e contestazioni in Germania e all’interno della Commissione europea. Dopo le critiche avanzate da Gunther Verheugen, commissario europeo dell’industria, la Ue ha voluto prendere le distanze garantendo un atteggiamento imparziale nel valutare un eventuale coinvolgimento di Fiat. Intanto Berlino si è detta prontoa a valutare con equilibrio e serietà le varie opportunità per la casa automobilistica in difficoltà e ha lasciato intendere di non volere mettere a repentaglio i posti di lavoro e gli stabilimenti in Germania.
Ma i colpi di scena potrebbero non essere finiti. Nella partita potrebbe entrare anche un quarto soggetto: la Magna di Demel, che produce soprattutto componenti e che si sarebbe presentata come concorrente del Lingotto nella gara per Opel.
Rallentamenti e accelerate, tutto è possibile sulla strada che condurrà entro questa settimana all’operazione.
Rallentamenti e accelerate, tutto è possibile sulla strada che condurrà entro questa settimana all’operazione.